Draghi, è il momento di pensare alle riaperture. Si parte dalla scuola

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Lo dice Draghi: “A un anno di distanza, dobbiamo fare tutto il possibile per una piena e rapida soluzione della crisi sanitaria. Sappiamo come farlo: abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci” ha detto il presidente del Consiglio parlando in Senato. “Mentre la campagna vaccinale procede, è bene pensare di pianificare le riaperture. Se la situazione epidemiologica lo permette cominceremo a riaprire la scuola in primis e almeno le scuole primarie e dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, speriamo subito dopo Pasqua”. Lo annuncia in Senato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, le cui parole sono state salutate da un applauso dell’aula.

“Voglio trasmettere un messaggio di fiducia a voi, e a tutti gli italiani. Ho ripetuto in queste settimane il Governo è determinato a portare avanti la campagna vaccinale con la massima intensità. E siamo già all’opera per compensare i ritardi di questi mesi. Dobbiamo farlo per la salute dei cittadini, per l’istruzione dei nostri figli, e per la ripresa dell’economia” ha aggiunto Draghi “Il 26 marzo 2020, il Consiglio Europeo riconosceva la pandemia come una sfida senza precedenti per l’Europa. A un anno di distanza, dobbiamo fare tutto il possibile per una piena e rapida soluzione della crisi sanitaria. Sappiamo come farlo: abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci”.

A proposito dei vaccini, Draghi ha ricordato che “tre sono già in via di somministrazione, mentre un quarto, quello di Johnson & Johnson, sarà disponibile da aprile. Ora il nostro obiettivo comune deve essere ora quello di vaccinare più persone possibile, nel più breve tempo possibile”,

“Si parla molto di autonomia strategica, in riferimento alla sicurezza e al mercato unico, ma la prima autonomia strategica oggi è quella dei vaccini” ha aggiunto.

L’appello alle Regioni

“Vaccinare prima i nostri cittadini anziani e fragili” è una priorità, e “mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale” ha detto ancora Draghi. “Dobbiamo essere uniti nell’uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti”, ha aggiunto.
“Tutte le Regioni devono attenersi alle priorità indicate dal ministero della Salute, in tempo di pandemia le decisioni finali spettano al governo, ma sono consapevole che solo con la sincera collaborazione tra Stato e Regioni in nome dell’unità d’Italia il successo sarà pieno”.

Il passaporto vaccinale

Draghi dice sì al green pass vaccinale, ma senza discriminazioni. “Il 17 marzo 2021 la Commissione europea ha presentato una proposta volta a creare un ‘certificato verde digitale’ per permettere una libera e sicura circolazione dei cittadini nell’Ue. L’obiettivo è dare, entro 3 mesi, un certificato digitale a coloro che sono stati vaccinati, che hanno effettuato un test diagnostico per il SARS-CoV-2, o che sono guariti. La libertà di movimento deve andare di pari passo con la garanzia della salute”, ha detto.

“Occorre raggiungere questo obiettivo però senza discriminazioni e nel rispetto della tutela dei dati sensibili dei cittadini europei. È un progetto complesso. La Commissione dovrà presentare delle linee guida dettagliate, e gli Stati membri dovranno essere in grado di renderlo operativo”, ha aggiunto il premier.

La credibilità dell’Europa

“La salute pubblica globale richiede un impegno comune da parte di tutti i principali attori internazionali, nei confronti dei Paesi più vulnerabili. D’altronde, con un virus così insidioso, nessuno sarà davvero al sicuro finché non lo saremo tutti. L’Italia ne è pienamente consapevole, come è anche consapevole che sia necessaria una rafforzata credibilità europea sui vaccini perché si abbia un’autentica solidarietà internazionale in questo campo”.

“Il Dispositivo Covax è lo strumento migliore per raggiungere questo obiettivo – ha aggiunto il premier – gli Stati aderenti includono Stati Uniti e Cina. L’Unione Europea vi partecipa in modo cospicuo: la Commissione Europea ha infatti impegnato 1 miliardo di euro. L’Italia è stata tra i primi Paesi a contribuirvi nel 2020, con 86 milioni di euro”.

“Il grande merito di Covax – ha proseguito – è garantire la distribuzione dei vaccini secondo le effettive necessità dei Paesi riceventi, e non in base all’interesse politico o economico o geopolitico dei donatori. Finora, ha già assicurato consegne di quasi 30 milioni di dosi di vaccini a 50 Paesi.

Il nostro auspicio è rafforzare questo meccanismo e renderlo sempre più efficace. La Presidenza italiana del G20 ha posto al centro della sua agenda la salute globale e il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia sanitaria. In questo giocherà un ruolo di primo piano il Vertice Mondiale sulla Salute, che ospiteremo a Roma il 21 maggio, insieme alla Commissione Europea”, ha continuato Draghi.

I giovani e i diritti sociali

“Un futuro migliore per l’Europa unita passa attraverso un’azione concreta sull’occupazione, soprattutto giovanile, sulle pari opportunità, sui diritti sociali” ha detto ancora Draghi. “Vogliamo organizzare e occuparci di questi temi in un “Vertice Sociale” che sarà organizzato il 7-8 maggio dalla Presidenza di turno portoghese del Consiglio dell’Unione europea. Ed è il tema che dobbiamo mettere al centro della Conferenza sul Futuro dell’Europa che prenderà il via il 9 maggio. I giovani e l’occupazione giovanile: questo è al centro del futuro dell’Europa. Per questo appuntamento sollecitiamo la partecipazione attiva di tutti i cittadini europei e dei parlamenti nazionali”, ha aggiunto.

AGI

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