SAN CANDIDO: la sfida dell’albergatore «Riapriremo senza controlli»

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SAN CANDIDOLa replica del presidente dell’Associazione albergatori Manfred Pinzger: «Chiediamo a tutti di rispettare le regole»

Su Facebook ha raccolto in poco tempo quasi 150 commenti, alcuni a favore, altri no, come è normale che sia. È la foto dell’Hotel Cavallino Bianco di San Candido, che espone un grande striscione con una scritta in dialetto sudtirolese: “Pfiate Corona Schwindelk. Leitlan, es isch Zeit! Wehr Moins! Fir insere Kinder!” Ovvero: “Addio inganno del Corona! Ragazzi ribelliamoci! Per il futuro dei nostri figli!”

I commenti sono stati vari, da “Almeno uno si è svegliato” a “Concordo, ci vuole ribellione” a “Grazie, so dove non andare questa estate”. Molti si sono sentiti offesi dopo le tante morti causate dalla pandemia e hanno scritto “Vergogna!” e “Non ci andrò mai!”, “È proprio grazie a quelli che la pensano come voi che siamo ancora inguaiati”. Altri sono felici di andarci.

Barbara Kühebacher che gestisce l’albergo insieme a papà Hannes e mamma Renate spiega che “lo striscione adesso non c’è più. Comunque noi ci ribelliamo perché siamo stati fermi, senza sostegni, per mesi. Apriamo il 18 giugno senza controlli, senza pass e senza mascherine. Lo facciamo per noi e per i nostri figli. Perché dobbiamo accettare tutto quello che ci viene detto e imposto? Non c’è un’emergenza sanitaria, è una normale influenza come ce ne sono state tante. È piuttosto un piano politico, un complotto per tenere il mondo al guinzaglio”.

Interviene anche Hannes Kühebacher: “La storia si ripete. Questo albergo è stato distrutto dal fuoco nel 1932, poi ci sono state le opzioni nel 1939 e non si sapeva se restare o andarcene. Poi un altro incendio nel 2012. Mio padre è morto nel 1990 e ci ha lasciato con 620 milioni di lire da pagare per la successione. E poi alti e bassi fino all’11 marzo 2020, quando tutto si è fermato. A dicembre del 2020 sarebbe dovuta iniziare la stagione invernale, e invece niente. Abbiamo dovuto restituire le caparre per oltre 120.000 euro e vivere della mia pensione di 600 euro al mese. Cerchiamo di ripartire a giugno dopo otto mesi di chiusura forzata. Questa è un’influenza stagionale cambiata di nome, il resto è una truffa. Noi non partecipiamo a questa grande menzogna: niente mascherina né tampone né vaccino sperimentale. Quest’ultima trovata del coronapass divide la società. Mettiamo anche una stella sul braccio a chi non ha questo pass? Sembra essere tornati ai tempi del fascismo tedesco”.

“Tendiamo a non intervenire in questi casi – dice il presidente dell’Associazione Albergatori e Pubblici esercenti Hgv Manfred Pinzger – ognuno ha le proprie idee e ognuno è responsabile delle proprie decisioni. Dell’Associazione fanno parte circa 5.000 gestori, dai bar agli hotel a 5 stelle. Noi vorremmo che tutti si attenessero alle regole e alle norme perché non succeda quello che è successo nel Voralberg un paio di mesi fa, dove hanno riaperto tutto perché avevano pochi contagi e la situazione è di colpo degenerata. Chiediamo a tutti di rispettare le regole per il bene di tutti, per poter ripartire bene e in piena sicurezza, ma è ovvio che non si può obbligare nessuno. Speriamo che la situazioni migliori e che per giugno magari si possano allentare le restrizioni. Ma al momento attuale non abbiamo altre soluzioni. Teniamo informati i nostri associati e quasi tutti sono d’accordo con noi. La chiusura di 7 mesi pesa sul settore e dovremmo essere tutti uniti per evitare in nuove chiusure soprattutto in piena stagione turistica”.

Ognuno è libero di non rispettare le regole, ma ci sono le sanzioni. Ognuno è libero di agire secondo coscienza, ma dovrà accettarne le conseguenze.

Altoadige

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