L’Inps non paga più la quarantena: “Una bomba sociale”

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Inps – Senza stipendio e senza contributi chi non può lavorare da remoto. Per la Cisl potrebbe portare a non segnalare più contatti con positivi, accrescendo il rischio di un’ulteriore diffusione del virus.

Con una circolare di inizio agosto, l’Inps ha comunicato che di fatto “la quarantena non è più considerata malattia” per tutto il 2021, quindi anche con effetto retroattivo, a causa della mancanza di risorse per coprire le indennità. Secondo i calcoli della Cisl si tratta di una busta paga più leggere per quasi centomila lavoratori in tutta Italia, lavoratori dipendenti che costretti a casa perché contatto stretto di un positivo al Covid 19 non potranno aver diritto alla indennità. “La mancata indennità – segnala il sindacato – potrebbe portare i lavoratori a non segnalare più contatti con positivi, accrescendo il rischio di un’ulteriore diffusione del virus”.

Vale la pena ricordare che tutto nasce in quanto l’Inps ha comunicato che per il 2021 non sono state stanziate risorse per le indennità di malattia in caso di quarantena per i dipendenti privati entrati in contatto con un positivo Covid. Da agosto e con effetto retroattivo. Pertanto l’isolamento che prima era parificato alla malattia e quindi pagato dall’Inps ora non lo è più di fatto. Lo stesso Istituto, riferisce ancora la Cisl, ha chiarito anche che “non saranno corrisposti i trattamenti economici previsti dal decreto Cura Italia ed equiparati a quanto previsto in caso di malattia comune ai lavoratori in quarantena”.

A conti fatti, dunque, chi non riceverà per l’intero 2021 la copertura economica per l’assenza dovuta a quarantena e si troverà senza stipendio e senza contributi sono soprattutto quei lavoratori che non possono in alcun modo svolgere attività da remoto- spiega il sindacato- come ad esempio operai, magazzinieri, muratori, commessi, cassieri, educatori delle coop sociali. Proprio chi è stato in prima linea durante il lockdown si troverà quindi ad utilizzare, nel migliore dei casi le ferie spettanti.

“Un pasticcio che le organizzazioni sindacali definiscono giustamente una vera e propria bomba sociale – denuncia il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni – Poichè siamo ancora in uno stato di emergenza sanitaria, non è accettabile che i più fragili e i più deboli debbano sempre pagare il prezzo più pesante. Non sarebbe male – conclude Fratoiannni- che il governo dei migliori, al di là della propaganda in cui sono molto forti, affrontasse e risolvesse questa ingiustizia senza indugio. Alla riapertura del Parlamento presenteremo un`interrogazione parlamentare al governo”.

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