Perchè la rottura tra Letta e Renzi agita la Base Riformista

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La “rottura a tutto campo” con Italia Viva annunciata dal segretario dem non coglie di sorpresa nessuno: troppo grave il livello dello scontro andato in scena dopo il voto in Senato

 “In questi casi è meglio lasciare depositare le polveri”. Tra i parlamentari di Base Riformista, area del Partito democratico che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti, la parola d’ordine è cautela. La “rottura a tutto campo” con Italia Viva annunciata dal segretario Enrico Letta non coglie di sorpresa nessuno: troppo grave il livello dello scontro andato in scena dopo il voto in Senato. Qualche esponente sembra, anzi, recepire con favore la dura presa di posizione del segretario.

Perchè a finire nel mirino d’Italia Viva e del gruppo dei senatori dem che ha mantenuto un canale di dialogo con Matteo Renzi e il suo partito è stata proprio la capogruppo Simona Malpezzi, esponente di primo piano di Base Riformista. “L’intera gestione della vicenda, da maggio ad ora, è stata certamente fallimentare. Non si tratta di essere Cassandre, ma di conoscere l’Aula in modo approfondito. Anche l’apertura del segretario Letta è stata sì opportuna ma decisamente tardiva“, ribadisce oggi Marcucci in una intervista.

Fra i senatori che fanno riferimento all’ex capogruppo dem a Palazzo Madama si continua a difendere Italia Viva: “I dati sui franchi tiratori sono un po’ diversi da quelli del segretario. Non possono essere solo quelli di Italia Viva ad aver votato per il ‘non passaggio all’esame’. Anche ipotizzando che tutti avessero votato” per la ‘tagliola’ “non sarebbero bastati a raggiungere quelle cifre”.

Fra i deputati di Base Riformista, però, emerge chiaro il fastidio per gli attacchi subiti da Malpezzi. “Quando alcuni colleghi al Senato hanno parlato di ‘gestione fallimentare’ è chiaro che puntavano l’indice contro Simona”, spiega una fonte parlamentare di Base Riformista per la quale la ‘ferita’ che si è aperta ieri fra il Pd e Italia Viva, “non si rimariginerà”, con soddisfazione di tutti. Perchè nè Letta nè tantomeno Renzi, è il ragionamento, hanno interesse a tenere in piedi un rapporto che, al momento, rischia di nuocere ad entrambi.

Renzi “ha scelto la sua strada”, aggiunge una fonte di primo piano di Base Riformista, “che è quella del centrodestra”. Alleato di Silvio Berlusconi, dunque? “Di più: lavora per diventarne l’erede. L’accordo con Miccichè in Sicilia è il primo passo in questa direzione“. Al di là della convinzione che la rottura sia reale, c’è anche chi tiene acceso un lume di speranza legato a quanto accadrà da qui a pochi mesi sul voto per il Quirinale.

“Se Renzi ha fatto l’accordo con il centro destra, come si vocifera, ci sarà bene poco da fare. Altrimenti, mai dire mai”. Certo, viene aggiunto, “quello di ieri pare un ‘casus belli’ preparato ad arte, quasi a voler creare l’incidente perfetto dopo il quale non è possibile tornare indietro. Una cosa molto alla Renzi”. Sul comportamento del leader di Italia Viva ci si interroga anche al Senato: “Appena votato il ddl Zan alla Camera, Renzi ha cominciato a gridare ‘al lupo al lupo’ dicendo che al senato ci sarebbero stati problemi. Così facendo ha aperto una faglia che ha consentito alla destra di fare i suoi giochini politici”. Per fare chiarezza su queste dinamiche, Base Riformista dovrebbe tenere una propria assemblea, prima di quella dei gruppi Pd di Camera e senato, probabilmente mercoledì o giovedì, come riferisce una fonte parlamentare.

Agi

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