Marc Innaro trasferito in Egitto/ Corrispondente “putinista” della Rai lascia Mosca

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Marc Innaro trasferito in Egitto/ Corrispondente “putinista” della Rai lascia Mosca – La Rai ha deciso di trasferire Marc Innaro da Mosca all’Egitto, dopo che negli ultimi mesi il suo ruolo era stato ridotto parecchio in seguito ad alcune dichiarazioni apparse filoputiniste.

Marc Innaro, il corrispondente della Rai da Mosca, è stato spostato in Egitto, dopo otto anni trascorsi in Russia. Il suo nome è recentemente finito nella bufera a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, in merito al quale, durante un collegamento a febbraio, aveva detto che “dopo il crollo dell’Unione Sovietica chi si è allargato non è stata la Russia, ma la Nato”. Dopo quell’episodio il ruolo di inviato estero di Innaro era stato ridimensionato, con la decisione della Rai di non utilizzare più i suoi servizi per il telegiornale.

Marc Innaro, insomma, sarà trasferito in Egitto, anche se non ci sono ancora state conferme da parte dell’emittente televisiva pubblica, né da lui conferma nell’intervista concessa al Fatto Quotidiano. Dopo l’episodio di febbraio era stato inserito nel report presentato alla Camera dal Partito Democratico sui filorussi, lo stesso che includeva anche Corrado Augias. In merito al report, Innaro al Fatto dice che gli sarebbe “spiaciuto non esserci”, dato che assieme a lui figuravano anche “colleghi che stimo molto”, oltre a “Oliver Stone, il mio regista preferito”. Tra qualche settimana, quindi, Innaro andrà a sostituire il corrispondente dall’Egitto Giuseppe Bonavolontà, che andrà in pensione a breve.

Il ruolo di Marc Innaro negli ultimi otto anni è stato quello di corrispondente da Mosca. Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, i notiziari hanno iniziato a fare più largo uso dei corrispondenti in Russia. In occasione dell’edizione del Tg2 Post del 26 febbraio, però, Innaro si era lasciato andare ad un’analisi che è piaciuta poco alla Rai. “Negli ultimi trent’anni”, aveva detto in quell’occasione, “chi si è allargato non è stata la Russia, è stata la Nato”. Subito il direttore del Tg2 aveva condannato le parole di Innaro.

Da qui la decisione del gruppo del Pd nella Commissione Vigilanza Rai di ridimensionare drasticamente il ruolo di Marc Innaro. La sua opinione era parsa troppo “allineata all’attuale propaganda russa”, avevano detto gli esponenti del PD in Vigilanza Rai. A giugno, poi, oltre al danno anche la beffa, quando le organizzazioni non governative Federazione Italiana Diritti Umani e Open Dialogue hanno rilasciato il report “Disinformazione sul conflitto russo-ucraino”, nel quale indicavano tutti i giornalisti filorussi. Innaro era stato inserito nel rapporto, considerato però piuttosto confuso, indicando anche i nomi di Alessandro Orsini e Corrado Augias.
IlSussidiario

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