“La situazione è grave”. Tajani convoca l’ambasciatore iraniano

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farnesina - iran - Antonio Tajani

“La situazione è grave“. Tajani convoca l’ambasciatore iraniano – La mossa del titolare della Farnesina a fronte della situazione a Teheran. Secondo l’organizazione Iran Human Rights, dall’inizio delle proteste sono morte 476 persone.

Continua senza sosta l’ondata di proteste in Iran contro il regime. Donne e uomini in piazza per rivendicare diritti e libertà, ma aumenta esponenzialmente il livello di violenza del potere di Teheran. La comunità internazionale ha condannato con fermezza le esecuzioni e le tante morti registrate fino ad oggi. Il governo italiano si è unito al coro e il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha deciso di convocare per mercoledì, alle ore 12.00, l’ambasciatore designato iraniano. Quest’ultimo non ha ancora presentato le credenziali al Quirinale, ma la“gravità della situazione” ha indotto l’esecutivo a fare questo passo, la conferma della Farnesina.

Negli ultimi giorni si è parlato a lungo della possibile convocazione del rappresentante di Teheran in Italia, un’ipotesi già confermata dallo stesso Tajani. “È inconcepibile pensare che nel mondo ci siano ancora esseri umani considerati di serie A e di serie B”, aveva analizzato l’esponente di Forza Italia a proposito di Iran e Afghanistan a margine della conferenza degli ambasciatori alla Farnesina: “Siamo convinti che sia necessario difendere il diritto di ogni persona di studiare e realizzare i propri sogni. Ciò che sta accadendo in Afghanistan e Iran riporta i Paesi indietro di decenni”. Nessuna intenzione di rompere le relazioni diplomatiche, aveva ribadito il titolare degli Esteri: “Bisogna tenere aperta la porta della diplomazia con Teheran perché c’è un negoziato sul nucleare in corso e rischiamo di favorire l’escalation nucleare”.

Grande preoccupazione, dunque, considerate anche le ultime notizie giunte dall’Iran. L’Ong Iran Human Rights ha reso noti numeri sconcertanti: 476 morti dall’inizio delle proteste per la morte di Mahsa Amini. Tra le vittime si contano 64 minorenni e 34 donne. Ma non è finita qui: secondo l’organizzazione no profit, ci sono almeno un centinaio di persone che rischiano di essere giustiziate.

Il regime non ha intenzione di fare passi indietro. Intervenuto a margine di un evento, il presidente Ebrahim Raisi ha annunciato che le autorità “non mostreranno alcuna misericordia nei confronti dei nemici”. “Le braccia della nazione sono aperte a tutti coloro che sono stati ingannati”, ha aggiunto il numero uno di Teheran:“I colonizzatori e le grandi potenze portano miseria e umiliazione alle nazioni attraverso slogan ingannevoli. In tutti i campi, il Paese ha fatto grandi progressi, e la ragione della rabbia del nemico sono questi sviluppi, e tutti gli sforzi dei nemici contro la Repubblica islamica sono vergognosamente falliti”.

IlGiornale

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