Decreto Migranti: via libera definitivo dalla Camera. Ecco le principali misure

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Decreto Migranti: via libera definitivo dalla Camera. Ecco le principali misure – Tra le novità più importanti c’è quella che introduce una stretta sul rilascio della protezione speciale.

Via libera definitivo, da parte dell’Aula della Camera, con 179 sì, 111 no e tre astenuti, al decreto recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare.

Sono non pochi gli interventi presenti nel decreto. Tra le principali novità c’è quella relativa all’emendamento licenziato dal Senato, legato all’articolo 7 del provvedimento, che introduce una stretta, un vero e proprio giro di vite sul rilascio della protezione speciale a chi non ha ottenuto la protezione internazionale, ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Alla fine, nel passaggio a palazzo Madama, è stata cancellata la misura che puntava a cancellare dal testo unico sull’immigrazione i riferimenti alla legislazione internazionale, sulla tutela dei diritti umani, per quanto riguarda le richieste di permesso. Viene ridotta, dunque, al lumicino la possibilità per chi ha ottenuto la protezione speciale, di vedersela convertire in permesso di soggiorno per poter lavorare. Niente protezione speciale anche per chi è nel nostro Paese a causa di gravi calamità e per cure mediche. Quanto al permesso di soggiorno, verrà concesso non più per “grave” calamità, ma per calamità “contingente ed eccezionale”, e si precisa che sarà rinnovabile (rispetto ai primi sei mesi) solo per ulteriori sei mesi, e solo se permarranno le condizioni di “eccezionale” calamità. Si restringe, inoltre, la platea degli stranieri che non possono essere respinti o espulsi per motivi legati a gravi condizioni psicofisiche o patologiche. Nel decreto è stata, per contro, inserita una norma per concedere il permesso di soggiorno alla vittima straniera che venga costretta o indotta a contrarre un matrimonio.

Ed ancora, spazio a pene più severe, fino a 30 anni, per i trafficanti di esseri umani “quando il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità, o sottoponendole a trattamento inumano o degradante” e “se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone”. Via libera anche al potenziamento dei centri di permanenza. La programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri, poi, viene predisposta su base triennale, con la previsione in questo ambito di quote preferenziali per quei Paesi che promuovono campagne informative per dissuadere i propri cittadini dal partire affidandosi agli scafisti. Tra le misure contenute nel testo, c’è quella in base alla quale il ministero dell’Interno, fino al 31 dicembre del 2025, “al fine di assicurare adeguati livelli di accoglienza nel punto di crisi di Lampedusa in relazione a situazioni di particolare affollamento”, potrà avvalersi della Croce rossa italiana per la gestione appunto dell’hotspot di Lampedusa. “In considerazione del fenomeno dei flussi migratori e delle particolari condizioni geografiche del territorio”, come si legge nel provvedimento, viene attivata una postazione medicalizzata del 118, sempre nell’isola di Lampedusa, “al fine di garantire tempestività ed efficienza negli interventi di emergenza-urgenza, per tutelare la salute degli abitanti dell’isola e dei migranti”.

Da segnalare, infine, che l’esecutivo, con il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, ha reso sempre nell’Aula della Camera parere favorevole all’ordine del giorno presentato al decreto dal deputato di Fratelli d’Italia e presidente del Comitato per la legislazione di Montecitorio, Gianfranco Rotondi. Ordine del giorno che impegnava il governo a “valutare gli effetti applicativi della disposizione di cui all’articolo 7-ter, comma 1, lettera d), allo scopo di adottare, in tempi rapidi, le opportune iniziative normative”. Il riferimento è al già articolo 7, sul riconoscimento della protezione internazionale. La correzione richiesta dovrebbe arrivare con una norma ad hoc.

AgenziaNova

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