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Seconde case, quali Regioni chiudono per Pasqua

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La corsa alle seconde case per Pasqua, quando tutta l’Italia sarà in zona rossa dal 3 al 5 aprile, preoccupa le Regioni. E i governatori provano a blindarsi. Se infatti il decreto anti-Covid del governo Draghi del 13 marzo ha mantenuto la possibilità, sia in zona rossa che in arancione, di fare rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, compreso il rientro nelle “seconde case” ubicate dentro e fuori Regione, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, si moltiplicano le ordinanze che introducono una stretta agli arrivi.

La Sardegna, zona arancione da lunedì 22 marzo, ha disposto il divieto di entrare in regione fino al 6 aprile da parte di persone non residenti nell’Isola. Consentito, spiega l’ordinanza del governatore della Regione Christian Solinas, solo in presenza di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. In ogni caso, rimane in vigore l’Ordinanza regionale che prevede che si sia effettuato o si effettui allo sbarco un tampone o si sia in possesso della certificazione di avvenuta vaccinazione anti Covid. I vettori e gli armatori, prevede l’ordinanza, prima dell’imbarco dei passeggeri acquisiscono e verificano, oltre alla ricevuta dell’avvenuta registrazione dei passeggeri sull’applicazione “Sardegna Sicura”, la documentazione attestante il possesso dei requisiti previsti dal Dpcm dello scorso 2 marzo per gli spostamenti dalle Regioni di provenienza e vietano l’imbarco nel caso in cui la documentazione non sia completa o i passeggeri non siano in possesso dei requisiti.

In Campania zona rossa, il presidente della Regione Vincenzo De Luca h chiarito che il divieto di andare nelle seconde case riguarda anche residenti fuori Regione. “Quando abbiamo deciso che in Campania non si va nelle seconde case lo abbiamo deciso perché la situazione sanitaria che abbiamo è delicata, e qualunque processo di mobilità in più rischia di determinare un’ulteriore diffusione di contagio – dice il governatore – Chiarisco che è vietato andare nelle seconde case per i nostri concittadini ma anche per chi è residente fuori Regione”. “Chi arriva per motivi gravi o di salute – aggiunge De Luca – deve comunque certificare la propria vaccinazione o di aver fatto il tampone e di essere risultato negativo. Ma è vietato andare nelle seconde case, e chiedo ai sindaci di fare i controlli più rigorosi possibili, altrimenti nella settimana di Pasqua avremo decine di migliaia di persone in movimento, e cominciamo da zero ad avere di nuovo un’onda d’urto di contagi che si diffonde. Capisco che preferiremmo fare altre cose, ma non è possibile farlo, bisogna essere responsabili”.

Da oggi all’11 aprile stop a chi arriva nelle seconde case in Toscana se non ha la residenza. Lo prevede la nuova ordinanza che il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha firmato oggi e che consente l’ingresso in Toscana con la finalità di recarsi presso le cosiddette seconde case solo in presenza di motivi di salute, lavoro, studio o gravi situazioni di necessità.
Sulle seconde case, dopo la sospensione da parte del Tar della precedente ordinanza (che lo consentiva solo a chi avesse in Toscana il proprio medico di famiglia), Giani spiega: “L’abbiamo impostata non sul medico, come la prima ordinanza che era anche a tempo indeterminato, ma per un periodo determinato, da oggi all’11 di aprile. Ce lo hanno richiesto tanti sindaci di zone come ad esempio la Versilia e trovo che sia giusto perché in un momento così delicato non è opportuno aumentare la densità della popolazione nelle località dove si concentrano molte seconde case”.
L’ordinanza stabilisce che l’ingresso in Toscana per recarsi presso le seconde case da parte di persone non residenti è consentito solo in presenza di motivi di salute, di lavoro, di studio oppure per comprovate e gravi situazioni di necessità e/o di indifferibilità documentata. Giani ha anche precisato che “il raggiungimento della seconda casa da parte di residenti in Toscana è permessa secondo i limiti indicati dal Dpcm, quindi per attività di manutenzione”.

Per quanto riguarda invece la Sicilia, “resta la regola del tampone: chi arriva sull’isola deve esibire il risultato negativo di un test effettuato 48 ore prima dell’arrivo. Altrimenti, per chi non si vuole sottoporre a tampone o test rapido, c’è sempre la possibilità di sbarcare ma restare in quarantena. Eseguiti questi adempimenti, quindi, chi vuole potrà recarsi nella sua seconda casa”.

Tra le prime regioni a ‘blindarsi’ la Valle d’Aosta, ancora in zona arancione, con un’ordinanza che vieta “a coloro che non risiedono nel territorio della Regione”, “gli spostamenti in entrata per recarsi presso le proprie abitazioni diverse da quella principale (cosiddette seconde case)”. “Questo provvedimento – ha detto il presidente della Regione Erik Lavevaz – è una misura temporanea, che chiede sacrifici sia ai valdostani sia a coloro che hanno scelto la Valle d’Aosta come luogo dove recarsi spesso. Speriamo di poter tornare presto a essere un luogo di incontro e di scoperta reciproca: è un risultato che possiamo raggiungere solo con uno sforzo collettivo e basato sul rispetto gli uni degli altri”.

Stessa linea per Alto Adige, dove il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, ha firmato l’ordinanza numero 15 che vieta a chi non risiede in Provincia di Bolzano di raggiungere le seconde case sul territorio altoatesino, a meno che non vi siano comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità.

Adnkronos

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