La droga ai tempi del Covid-19

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La droga ai tempi del Covid-19 – Crescono consumi in casa, tensioni in famiglia, richieste di aiuto. I narcos trovano nuove rotte mentre è allarme per il mercato sul dark web.

A oltre un anno dall’inizio della pandemia, la RSI ha fatto il punto per capire quale impatto ha avuto il coronavirus sul mercato degli stupefacenti in Ticino e quali conseguenze sulle persone che soffrono di dipendenza, le loro famiglie, i servizi sociali. Il quadro che emerge, dopo aver interpellato gli addetti ai lavori, è sconfortante.

Neppure il virus è riuscito a mettere in difficoltà i trafficanti: si sono adeguati subito alla nuova situazione, sfruttando traffico commerciale (che non si è mai fermato), consegne via internet, mettendo mano alle scorte accumulate nella Svizzera interna. Così i narcos sono riusciti a mantenere profitti stratosferici, prezzi stabili, purezza delle sostanze elevata.

“In Ticino la cocaina si continua a vendere tra gli 80 e i 150 franchi al grammo. L’eroina dai 30 ai 50 franchi a dose, la marijuana dai 10 ai 12 franchi al grammo”, spiega il commissario capo Paolo Lopa, dell’antidroga ticinese, sottolineando che, sul mercato, “c’è cocaina di notevole purezza, dal 60 all’80% (qualcosa meno per l’eroina) e marijuana con THC molto alto”. Dati rilevati anche in altre zone svizzere, tra le altre a Zurigo. “Con purezze così, i consumatori devono stare molto attenti”, avverte il commissario.

Le cronache ticinesi non cessano di riportare sequestri e arresti, ma “è come svuotare il mare con un cucchiaino”. Questa la frase sconsolata che si sente ripetere dagli agenti, al di qua e al di là della frontiera. Frontiera che viene sapientemente sfruttata dai trafficanti.

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