L’alcol piace perché disinibisce. Gli effetti sul cervello

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L’alcol piace perché disinibisce. Gli effetti sul cervello – “L’alcol è una delle droghe più consumate al mondo”, scrive il Washington Post proprio mentre si avvicina il Capodano, data fatidica per prendersi una sbronza benaugurale, tant’è che “milioni di persone apprezzano la sensazione di ubriachezza che produce, specie negli incontri sociali dove un po’ d’alcol sembra far scorrere bei momenti”.

Ma oltre 700 bevitori tipicamente socievoli, maschi e femmine, sono stati divisi in gruppi di tre, tra loro estranei, a bere per 36 minuti. Ebbene? I ricercatori hanno osservato cosa facessero a tavola con i loro drink alla vodka di mirtillo rosso in mano. Se in principio le persone si sorridevano assai poco, via via che ingerivano i drink le espressioni mutavano, i sorrisi si sprecavano, il colloquio s’infittiva e intrecciava per condividere quelli che i ricercatori hanno ribattezzato come i “momenti d’oro”.

Durante la fase di ricerca, Michael Sayette, direttore del laboratorio su alcol e fumo presso l’Università di Pittsburgh, co-autore dello studio, s’è così espresso: “Sembra che il gruppo si stia affiatando e penso che ciò faccia parte di quel tipo d’esperienza sociale un po’ brilla“. L’etanolo, spiega il Post, è composto chimico straordinariamente semplice che dà alle bevande alcoliche l’effetto inebriante, permea le cellule del nostro corpo e del cervello a pochi minuti dal loro consumo, ma c’è ancora molto che non sappiamo sugli effetti dell’alcol proprio sul cervello: “L’alcol è come qualsiasi altra droga”, ha commentato Jodi Gilman, professore di psichiatria alla Harvard Medical School, “perché colpisce il cervello”.

L’alcol ha effetti “così diffusi nel cervello”, stando a Jessica Weafer, psicologa dell’Università del Kentucky,  che a differenza di altri farmaci che colpiscono particolari regioni o agiscono da recettori specifici, esso “è solo una sorta di liquido di passaggio nel cervello”, tale da renderne difficile lo studio. Tuttavia, quel che è ampiamente noto è che l’alcol è un sedativo, che sopprime l’attività neurale, amplifica gli effetti delle sue sostanze chimiche che inibiscono l’attività neurale agendo sugli stessi recettori a cui si legano i neurotrasmettitori. Allo stesso tempo, l’alcol inibisce gli effetti delle sostanze chimiche eccitatorie del cervello, producendo un doppio colpo di riduzione della sua attività. Tutti coloro che bevono sanno perfettamente che “’alcol ha un effetto bifasico: inizialmente e a basse dosi, produce un ‘brusio’ in cui ci si sente stimolati e disinibiti prima che la sonnolenza s’assesti”. Ascesa e caduta del nostro spirito che corrisponde all’ascesa e alla caduta dei nostri livelli di alcol nel sangue. Quel che si dice “brilli”. Come ovviare? Ecco un sintetico vademecum:

  • Avere un piano. Quanto bere? Come tornare a casa? Decisioni sono più facili da prendere quando non si è disinibiti.
  • Ingerire del cibo prima. Rallenta il metabolismo dell’alcol. Bere molta acqua.
  • Conoscere i propri limiti. Ogni persona ha un diverso livello di tolleranza. Il linguaggio confuso o la perdita di coordinazione possono essere segnali di avvertimento per frenare. Sapere quando ci si sente di aver perso il controllo del bere.
  • Scoprire perché si stà bevendo. Se si stà bevendo per anestetizzare sentimenti negativi potrebbe essere un segno per parlare con qualcuno e per chiedere assistenza.

Dopo di che si può affrontare qualsiasi festa e anche il Capodanno. Auguri!!

Agi

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