Niente alcol attorno agli stadi, il Qatar ‘gela’ lo sponsor della birra

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Niente alcol attorno agli stadi, il Qatar ‘gela’ lo sponsor della birra – La Budweiser, che versa 75 milioni di dollari per l’evento, non potrà allestire stand attorno agli otto impianti. Bevute solo per i Vip delle aree Hospitality in tribuna. Protestano i tifosi.

Il Qatar ‘gela’ lo sponsor Budweiser vietando la vendita di alcolici attorno agli otto stadi dei mondiali: l’annuncio della Fifa rappresenta una retromarcia rispetto all’accordo con il colosso della birra AB InBev, proprietario del marchio americano, che aveva già allestito decine di stand per la vendita della birra nelle vicinanze degli impianti, in cui l’alcol è bandito. Immediate le proteste dei tifosi che saranno costretti a rinunciare al rituale della bevuta fuori dallo stadio.

Le pressioni dell’Emirato

Alla fine hanno prevalso le pressioni dell’Emirato, primo Paese musulmano a ospitare i mondialie preoccupato di garantire almeno formalmente il rispetto dei precetti islamici. Nel comunicato della Fifa traspare un certo imbarazzo nello spiegare che “a seguito di colloqui con le autorità locali, è stato deciso di concentrare la vendita di bevande alcoliche nel Fifa Fan Festival e nelle Fan Zone riservate ai tifosi”, oltre ai 35 bar di hotel e ristoranti muniti di licenza, “rimuovendo gli stand della birra dal perimetro degli stadi”.

L’irritazione dello sponsor

La Budweiser, sponsor dei mondiali di calcio da Messico 1986 e che solo per questa edizione ha pagato 75 milioni di dollari, dapprima ha twittato tutta la sua rabbia defindendo la scelta “imbarazzante”. Poi ha cancellato il messaggio e si è limitata a spiegare che si tratta di una scelta “al di fuori del controllo” del gruppo che produce una delle birra più vendute del mondo e di cui il brasiliano Neymar è ‘brand ambassador’ in Qatar. La Fifa, peraltro, ha ringraziato per “la comprensione e il sostegno” la AB InBev e ha sottolineato che la Bud Zero, la birra analcolica del gruppo, sarà venduta liberamente negli stadi e nei dintorni.

Bevute per milionari e Vip

L’unica zona franca per chi vuole alzare il gomito  saranno le aree ‘hospitality’ degli stadi: lì tifosi Vip e milionari potranno sorseggiare liberamente champagne, vino e liquori. I pacchetti Match Club comprensivi di biglietto in tribuna e parcheggi erano in vendita a partire da 950 dollari a partita per arrivare ai 34.300 che consentono di consumare sei pasti con drink di benvenuto, champagne, cocktail e sommelier dedicato nella Pearl Lounge dello stadio Lusail.

Si potrà bere solo nelle ‘riserve’ per i tifosi

I normali tifosi, invece, potranno bere alcolici solo nel Fan park e nelle zone riservate, dalle 18,30 all’una del mattino, e non certo a buon mercato: mezzo litro di bionda costerà 13 euro, a fronte dei 15-18 a cui viene venduto negli hotel. Nelle precedenti edizioni dei mondiali nella ‘fan zone’ la birra era in vendita senza alcuna restrizione e il divieto è un brutto colpo d’immagine per un evento che attirerà nel Paese un milione e 200mila tra turisti e appassionati. Una situazione analoga si era già creata per la Coppa del Mondo 2014 e alla fine il Brasile aveva revocato il divieto di alcol negli stadi dietro pressione della Fifa.

La rabbia dei tifosi inglesi

Tra i primi a protestare la Fsa, l’associazione dei tifosi inglesi, per la quale “questo voltafaccia dell’ultimo minuto evidenzia un problema più ampio: la totale mancanza di comunicazione e trasparenza del Comitato organizzatore verso i tifosi”.

Agi

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