È morto Mino Raiola: l’annuncio della famiglia

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mino raiola

Malato da tempo, l’agente più famoso al mondo era ricoverato al San Raffaele di Milano

 

Mino Raiola non ce l’ha fatta. Dopo aver lottato per diverso tempo, l’agente più conosciuto al mondo è morto all’età di 54. Malato da tempo era stato ricoverato lo scorso gennaio all’ospedale San Raffaele di Milano.

La notizia della scomparsa di Mino Raiola è stata data dalla famiglia attraverso un post sul profilo Twitter del procuratore: “Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino, il più straordinario procuratore di sempre. Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze proprio come faceva per difendere i calciatori. E ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui, senza nemmeno rendersene conto”, si legge.

 

 

La notizia della morte di Mino Raiola era circolata prematuramente nei giorni scorsi, smentita poi dal primario del San Raffaele, nonché presidente del Genoa, Alberto Zangrillo.”Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”, aveva dichiarato all’ANSA.

Nato a Nocera Inferiore, nella provincia di Salerno, Mino Raiola è cresciuto in Olanda dove ha lavorato nella pizzeria di famiglia prima di intraprendere la carriera di procuratore sportivo. Dopo una breve carriera da calciatore prima e direttore sportivo poi, ha allacciato contatti e stretto legami da più parti grazie alla conoscenza di ben sette lingue, e fondato la prima società di intermediazione, la Intermezzo. Subito dopo diventa agente Fifa, facendosi conoscere per il suo fiuto nel scegliere giocatori promettenti fin da giovani e affermandosi tra gli agenti più capaci e ricchi, con un fatturato da 84,7 milioni di dollari.

Tra i suoi assistiti alcuni dei giocatori più desiderati dalle squadre di calcio: da Ibrahimovic a Haaland, da Robinho a Pogba, Balotelli, Lukaku e Haaland, solo per citarne alcuni. Negli ultimi anni Raiola, assieme a Mendes, Barnett e Manasseh, ha creato un’associazione di super procuratori in aperto contrasto con la Fifa e il suo proposito di riformare la categoria.

 

Di Martina Margaglio

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