Possibilità di vita aliena su K2-18b: tra organismi semplici e forme più complesse – Dopo la recente scoperta di tracce di sostanze chimiche biologiche nell’atmosfera dell’esopianeta K2-18b, situato a circa 124 anni luce dalla Terra, gli scienziati ipotizzano la presenza di un oceano vivente e di forme di vita semplici, come il fitoplancton, simili a quelli terrestri di miliardi di anni fa. Le sostanze rilevate, come DMS e DMDS, sono prodotte solo da organismi viventi sulla Terra, suggerendo che su K2-18b potrebbero esserci organismi microscopici che producono queste sostanze.
Gli esperti sottolineano che, sebbene la vita su questo pianeta sia probabilmente semplice e simile a quella degli organismi primitivi terrestri, non si può escludere la presenza di forme di vita più complesse, anche se sono meno probabili a causa delle condizioni ambientali, come la debole luminosità della stella nana rossa che orbita attorno a K2-18b. La possibilità di organismi più evoluti, come quelli con occhi sensibili o ali grandi, dipenderebbe molto dall’ambiente specifico del pianeta.
Gli scienziati ritengono che, se la vita più complessa si fosse evoluta, avrebbe potuto assumere caratteristiche simili a quelle di alcuni organismi marini primitivi terrestri, come il gamberetto Tamisiocaris. Tuttavia, la comparsa di forme di vita più evolute su K2-18b rimane improbabile, considerando i limiti temporali dell’evoluzione biologica sulla Terra. In conclusione, la scoperta apre nuove prospettive sulla diversità possibile delle forme di vita extraterrestri, anche se molto probabilmente si tratterà di organismi semplici e microbici.
Borucki ha affermato che, almeno nel nostro oceano, ci sono pesci volanti che volano per sfuggire ai predatori, suggerendo che su pianeti oceanici come K2-18b, potrebbero essersi evoluti anche uccelli o pesci volanti alieni, simili a quelli terrestri. Poiché K2-18b è un mondo acquatico, come Kepler-62e e 62f, i suoi oceani potrebbero ospitare forme di vita simili a quelle della Terra.
Redazione