Cuore e Covid, di Luigia Aristodemo
Il prof. Ciro Indolfi, attuale presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC), direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia – Emodinamica – UIC, direttore del Centro di ricerche delle malattie cardiovascolari dell’Università della Magna Grecia ė fra gli scienziati italiani più accreditati e studiosi del cuore, il primo a realizzare in Italia un intervento di angioplastica attraverso la robotica.
Rivolgiamo quindi al prof. Indolfi alcune domande.
E’ noto a tutti l’utilizzo dell’idrossiclorochina contro la malaria successivamente è stata utilizzata per arginare alcuni sintomi della febbre familiare mediterranea, come per alcune malattie quali il lupus eritematoso sistemico. Secondo lei con quale meccanismo potrebbe interferire nell’infezione da Covid?
L’idrossiclorochina è un analogo della clorochina chimicamente molto simile e che ne condivide il meccanismo d’azione. Attualmente nel nostro Paese è utilizzata in campo soprattutto reumatologico. L’idrossiclorochina ha dimostrato sia in vitro che in vivo di possedere un potente effetto antivirale. Dati in vitro riportano che l’idrossiclorochina è in grado di bloccare la replicazione virale di SARS-COV-2 a dosi utilizzate nella pratica clinica. Oltre all’azione antivirale, ha anche un’attività immunomodulante che potrebbe potenziare l’effetto antivirale in vivo. Tuttavia, ad oggi non vi una certezza sulla reale efficacia dell’idrossiclorochina nei pazienti affetti da Covid-19.
Quali le complicazioni cardiovascolari nei pazienti Covid?
I pazienti con malattie cardiovascolari hanno una maggiore probabilità di contrarre una infezione COVID-19 grave e presentano una mortalità aumentata di cinque volte se infettati dal virus SARS-CoV-2. D’altra parte circa il 20% dei pazienti con Covid-19 può avere in corso di infezione un danno miocardico dimostrato da un aumento della troponina. I meccanismi mediante i quali Covid 19 provoca un interessamento cardiaco sono essenzialmente due. Il primo è indiretto ed è legato ad una predominante presentazione respiratoria con troponina elevata e aumentati biomarcatori dell’infiammazione tipo interleukina 6 che provocano un infarto miocardico di tipo 2. L’altro meccanismo è legato ad una predominante presentazione cardiaca con dolore toracico, modifiche dell’ECG, ipotensione. Le cause di questo tipo di presentazione sono le miocarditi, l’infarto miocardico di tipo 1 e le cardiomiopatie indotte da stress.
Per paura di contrarre il virus negli ospedali, corrisponde a che le morti per arresto cardiaco sono triplicate? Come rassicurare e convincere i pazienti a recarsi immediatamente negli ospedali?
Siamo di fronte a due problemi abbastanza chiari. Uno studio dalla Società Italiana di Cardiologia pubblicato sull’European Heart Journal, ha dimostrato una riduzione degli accessi per infarto del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma il dato più preoccupante è l’aumento di tre volte della mortalità ospedaliera per infarto. Il rischio è di tornare ad una cardiologia di venti anni fa. Il messaggio di questo studio è molto chiaro, la popolazione, spaventata dal virus, non si reca in ospedale anche per motivi molto gravi. Oggi però tutti gli ospedali hanno un percorso “pulito” ed in presenza dei sintomi di infarto (Dolore al torace, difficoltà nella respirazione, sudorazione, ecc..) è necessario attivare il sistema dell’emergenza 118. L’eparina potrebbe agire con la sua attività anticoagulante combattendo il danno endoteliale secondario all’imponente infiammazione dovuta al covid19.
Non esiste a tutt’oggi una terapia contro il virus SARS-CoV-2 responsabile del Covid-19. Numerosi studi e metanalisi hanno dimostrato che I pazienti affetti da infezione da COVID-19 hanno alterazioni dei parametri di coagulazione compatibili con il quadro di coagulazione intravascolare disseminata.
Studi autoptici hanno anche evidenziato la presenza di trombosi polidistrettuale venosa e arteriosa nei pazienti deceduti per covid-19. Per cui oggi in tutti i pazienti ricoverati in terapia intensiva per COVID-19 viene utilizzata l’eparina che ha molte proprietà che possono tornare utili nel paziente covid-19: anticoagulante, antinfiammatoria etc.
Di Luigia Aristodemo