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“Terrorismo Internazionale”: si collega sul dark web a un sito dell’Isis, 38enne indagato

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“Terrorismo Internazionale”: si collega sul dark web a un sito dell’Isis, 38enne indagato  – Gli inquirenti hanno sequestrato materiale informatico che dovrà essere analizzato nelle prossime settimane.

E’accusato di aver promosso, collegandosi e scambiando materiale in un sito presente sul dark web, l’organizzazione terroristica Isis. A finire nei guai è un 38enne magrebino residente da tempo ad Arezzo. L’uomo, come riporta il Corriere di Arezzo, sarebbe indagato a causa delle “plurime connessioni” alle pagine web del ed è accusato di “associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico”. Un’ipotesi di reato quella configurata dalla Procura di Roma molto pesante, che riguarda altre 28 persone un tutta Italia.

L’uomo è entrato nelle indagini lo scorso 17 marzo, quando gli inquirenti dopo averlo individuato sequestrarono il materiale informatico trovato in suo possesso. File e dispositivi di archiviazioni dovranno essere sottoposti ad accertamenti tecnici che si dovrebbero concludere entro fine giugno. Nell’udienza successiva al sequestro, il 38enne si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Secondo l’accusa l’uomo da inizio 2020 all’ottobre del 2021 avrebbe interloquito con il sito, tanto da “scaricare, caricare e scambiare materiale multimediale” in cui si evidenza “esaltazione”, “supporto” dello Stato Isalmico. Sarebbero inoltre emersi “rapporti con radicalizzati” ispirati dall’ideologia al jihad (la guerra santa)”. Dovranno essere gli accertamenti che saranno condotti sul materiale sequestrato a confermare o smentire questa ipotesi di reato.

Le indagini partite con la segnalazione dell’Fbi

Ma come hanno fatto gli inquirenti ad arrivare all’uomo residente ad Arezzo? L’Fbi aveva segnalato agli inquirenti italiani un elenco di circa duemila indirizzi Ip tutti riconducibili a visitatori del sito. Si trattava di profili associati a provider nazionali pertanto il sospetto che fossero geolocalizzati in Italia era supportato da questo riscontro. Da questi indirizzi Ip ci sarebbero state molte connessioni al sito presente nel dark web e sarebbe stato scaricato materiale di propaganda dell’organizzazione terroristica.

“Gli approfondimenti di tipo tradizionale – hanno spiegato gli inquirenti in una nota –  ovvero verifiche anagrafiche, attività informativa di settore, servizi di osservazione e pedinamento,  sono stati affiancati da mirate attività tecnico informatiche che hanno permesso di isolare 29 posizioni riferite in particolare a persone già emerse in pregresse attività investigative oppure segnalate dal comparto intelligence nazionale ovvero titolari di profili social contraddistinti da contenuti estremisti o semplicemente evidenziatesi per aver manifestato indicatori di radicalizzazione”.

Arezzonotizie

 

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