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“Nasrin”: l’eroina che si è opposta al regime iraniano

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Foto: Tpi.it

Una cosa è criticare la brutalità del regime iraniano al di fuori del paese, un’altra è farlo dall’interno, sotto la sorveglianza costante della polizia segreta nazionale o addirittura dalla cella di una prigione.

Eppure, questo è esattamente ciò che Nasrin Sotoudeh ha fatto per la maggior parte della sua vita. Come avvocato si è battuta per i diritti dei dissidenti che hanno osato condannare le azioni oppressive dei governanti religiosi iraniani. La sua storia è allo stesso tempo toccante e stimolante, e sarà raccontata in un nuovo film documentario registrato segretamente in Iran. “Nasrin”, con la voce narrante dell’attrice britannica nonché premio Oscar, Olivia Coleman, rivela come una donna, uno dei principali avvocati del suo Paese, è stata strappata dalle braccia del marito e dei due figli dalla polizia segreta iraniana per essersi battuta a difesa della libertà di parola e dei diritti umani.

“Nasrin Sotoudeh è una delle più straordinarie attiviste per i diritti umani del pianeta” ha affermato il regista Jeff Kaufman “è stata chiamata la Nelson Mandela del nostro tempo per una buona ragione. Per decenni ha usato il suo lavoro di legale per difendere i diritti umani in Iran, rappresentando le minoranze religiose in quel paese, i bambini, e combattendo contro la pena di morte”.

Kaufman ha spiegato che il suo film mira a mostrare al pubblico internazionale la realtà della vita di un iraniano nell’Iran “moderno”: “(Il film) descrive Nasrin e il suo lavoro, ma volevamo anche riportare in vita la ricca cultura dell’Iran e mostrare che c’è una differenza profonda tra la leadership di quel Paese e la gente comune”, ha detto. Il documentario è stato girato in gran segreto in Iran da una squadra di uomini e donne che ha rischiato l’arresto e le dure punizioni previste in questi casi, per raccontare la storia dell’attivismo di Nasrin a favore dei prigionieri e delle famiglie di coloro che “sono scomparsi” dopo aver opposto resistenza al regime iraniano. Kaufman ha detto che lui e la sua collega produttrice del film, Marcia Ross, che è anche sua moglie, “sono rimasti costantemente sbalorditi dal coraggio di coloro che sono stati in grado di girare per noi in Iran”. Ed ha aggiunto che “anche solo prendere in mano una videocamera può metterti nei guai”.

Girato nell’arco di due anni e terminato a giugno 2018, il film include degli sviluppi scioccanti e spaventosi: “Un giorno, Marcia e io stavamo parlando con Nasrin e suo marito su FaceTime mentre camminavamo in un bellissimo parco a Teheran, parlando delle loro vite, del loro lavoro e cose del genere, e circa due giorni dopo Nasrin è stata arrestata”, ha rivelato Kaufman. “È stata accusata, in parte, di aver difeso le donne del movimento chiamato Girls of Revolution Street, in cui le donne si tolgono gli hijab e li agitano in pubblico. Ma è stata davvero una rappresaglia per tutto il lavoro di Nasrin sui diritti umani. È stata condannata a 38 anni di prigione e 148 frustate”. Non è la prima volta che Sotoudeh viene rinchiusa. La prima è stata nel 2010 e ha trascorso più di tre anni in prigione prima di essere rilasciata. Durante i periodi di detenzione, ha fatto più volte lo sciopero della fame per protestare contro il modo in cui venivano trattati lei e la sua famiglia.

Nell’agosto di quest’anno ha iniziato un altro sciopero della fame, questa volta chiedendo il rilascio di attivisti politici dalle carceri “perché le condizioni di salute sono orribili, devastate dal Covid-19”, ha detto Kaufman. “Piuttosto che rilasciare Nasrin, l’hanno mandata in un’altra prigione dove lei stessa ha contratto il COVID, per poi essere mandata a casa con un congedo sanitario temporaneo”, ha aggiunto, “le è stato detto che sarebbe stata in congedo sanitario per un po’, ma la scorsa settimana è stata rimandata indietro all’improvviso ed ora è in carcere”. “Nasrin” sarà disponibile per lo streaming online dal 18 dicembre.

Di Laila Maher

 

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