Meloni: liberate risorse per oltre 30 miliardi. Via libera a nuove trivellazioni

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Meloni: liberate risorse per oltre 30 miliardi. Via libera a nuove trivellazioni – Il consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Def. Il Pil crescerà quest’anno del 3,7%, per poi frenare il prossimo allo 0,6% programmatico. L’entità della manovra netta 2023, come specificato nel documento della Nadef, viene stimata in circa 21 miliardi e sarà destinata interamente al contrasto al caro energia.

Oltre 30 miliardi per combattere il caro-energia. E subito l’impegno ad utilizzarne già 9,5 miliardi la prossima settimana per aiutare famiglie e imprese. È lo spazio che – ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del Cdm che ha approvato la Nadef e la Relazione sull’aggiustamento di bilancio – il governo è riuscito a ricavare per quella che considera la priorità assoluta. Risorse che arriveranno prima col decreto energia e poi con la manovra. Cui si aggiungono nuove misure in arrivo sulle trivelle.

«Liberate risorse per un totale di 30 miliardi», ha detto Meloni in occasione della conferenza stampa, dopo la riunione del Consiglio dei ministri. «Per il 2023 abbiamo fatto un scelta importante – ha spiegato -. Nella Nadef abbiamo previsto un indebitamento netto al 4,5% che poi va a calare fino al 3% nel 2025, e questo ci consente di liberare 22- 23 miliardi che ugualmente intendiamo usare in via esclusiva per il caro energia. In totale, con la Nadef individuamo 30 miliardi per il caro energia fino al 2023». Nella prossima legge di Bilancio 2023 «noi vogliano dare dei segnali, ma tutto andrà nelle more dei 22 miliardi per l’energia, cioe recuperando risparmi in altre pieghe del bilancio. Noi riteniamo cioè di recuperare altre risorse facendo scelte politiche. Vogliamo usare la legge bilancio per dare segnali. Intendiamo togliere risorse su cose che non hanno funzionato e dirottarle su altre», ha continuato.

Al capitolo energia andranno tutti i circa 22 miliardi in deficit “ricavati” dalle nuove stime messe a punto nella Nota di aggiornamento al Def. Il documento fissa il deficit programmatico per quest’anno al 5,6% del Pil (dal 5,1% tendenziale), con una discesa progressiva al 4,5% nel 2023, al 3,7% nel 2024 e 3% nel 2025. Parallelamente la crescita del Pil si attesterà quest’anno al 3,7% (una spinta ulteriore rispetto al +3,3% indicato dal governo Draghi, grazie all’andamento migliore alle attese del terzo trimestre). Numeri che aprono uno spazio di manovra anche per quest’anno, con un “tesoretto” di 9,5 miliardi, che andranno subito a finanziare il nuovo decreto aiuti, che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana. La Nadef, insieme alla Relazione sull’aggiustamento di bilancio, dovranno passare al vaglio delle Camere: il via libera dovrebbe arrivare già entro giovedì 10 novembre , consentendo così al governo di portare eventualmente il nuovo decreto in cdm già alla fine della prossima settimana.

Verso nuovo decreto aiuti

Il decreto, necessario per non lasciare scoperte in questa ultima parte dell’anno le famiglie e le imprese fiaccate dal caro-energia, dovrebbe mobilitare una cifra intorno ai 5-7 miliardi. Il provvedimento dovrebbe prorogare fino a fine anno i crediti di imposta per le imprese energivore (in esaurimento a novembre) e il taglio delle accise sulla benzina (in scadenza il 18 novembre). Possibile anche un rafforzamento del bonus sociale, che potrebbe essere sganciato dall’Isee.

Giorgetti, mitigare caro-energia,approccio prudente

Alla conferenza stampa ha partecipato anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Nella Nadef, ha sottolineato, «l’obiettivo è di mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese e su cui si concentra larga parte degli interventi con approccio prudente, realistico e sostenibile».

IlSole24ore

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