Egitto, Amina Abaza: da 20 anni aiuta con la sua associazione gli animali maltrattati

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amina abaza

Questa che viene dall’Egitto, è davvero una bella storia. Amina Abaza è una donna di origine circassa (i circassi sono una popolazione del nord – ovest del Caucaso), che appartiene ad un’eminentissima e storica famiglia. Vanta anche giornalisti e politici. Quando Amina era bambina, le è venuta l’idea di aiutare gli animali abbandonati, dopo che una cagnolina che conosceva (aspettava sempre l’autobus insieme a lei), era stata investita.

Esattamente vent’anni fa, la donna ha fondato con la collaborazione del marito, Raouf Mishriki, un’associazione non governativa per aiutare ed accogliere gli animali abbandonati e maltrattati: Society for the Protection of Animal Rights in Egypt (SPARE), la prima associazione per questo scopo completamente egiziana e una delle poche riconosciute nell’intero Paese.

Spesso i cani e i gatti randagi vengono avvelenati o comunque finiscono male. SPARE si occupa di loro, ma anche di asini ed altri animali. Attualmente la struttura, una fattoria a Saqqara (la località a sud del Cairo famosa nel mondo per le sue piramidi), ne ospita circa settanta, compreso un cammello, spiega Amina Abaza. Ovviamente c’è anche una clinica, dove quasi ogni giorno viene portato un animale: o salvato da un canale in cui era stato gettato, sfuggito persino ad un tentativo di strangolamento o annegamento da parte di bambini, investito o maltrattato per insano divertimento.

L’attivista sottolinea che non ci sono statistiche sull’avvelenamento (in genere per via della rabbia) degli animali abbandonati in Egitto, ma considerato che si tratta di un’orrenda pratica che avviene un po’ dappertutto, ritiene che siano milioni. Talvolta qualcuno spara loro, anzi, il sito Agenpet.it, citando quello dell’associazione, dice che il Ministero dell’Interno ha addirittura un dipartimento deputato a sparare ai cani randagi, che vengono lasciati agonizzanti in strada per giorni! L’eutanasia sarebbe preferibile, si sfoga Amina!

Una delle iniziative che SPARE vorrebbe attuare, è un documentario per sensibilizzare la popolazione, ricordando che i suoi avi arrivavano addirittura a divinizzare gli animali e hanno creato una grandissima civiltà! Inoltre l’intenzione dell’associazione è stampare una rivista mensile, dedicata alla cura degli animali domestici.

Si impegnano per far chiudere i circhi, i negozi che vengono animali e gli zoo privati, che invece non fanno che prosperare.

Amina fa presente che le ong egiziane non registrate per la protezione animale, sono oltre 50, ma certe fanno tutt’altro che ciò che dovrebbero: accumulano denaro e basta. Gli animali sono malnutriti, poco vaccinati e malcurati. Purtroppo pochi si sono rivolti a SPARE per adottare un animale. In 19 anni hanno trovato casa solo in 2.500, ha detto la presidente. Erano soprattutto trovatelli e non di razza.

I Paesi europei che hanno adottato di più sono stati Germania, Austria, e Olanda. C’è un grosso legame affettivo anche con l’Italia, perché nell’associazione ha lavorato per otto anni anche una donna italiana nata in Egitto, Egitzia Romeo, purtroppo scomparsa.

Di Alessandra Boga

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