Iran: bassa affluenza alle urne nonostante appelli dal leader

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Iran – Il leader supremo della Repubblica islamica, Ali Khamenei, ha espresso il suo voto alle 7:03 nel centro di Teheran, avviando così il processo elettorale.

Ali Khamenei ha ribadito il suo appello ai suoi cittadini a partecipare in maniera massiccia al processo di voto, e ad adempiere quanto prima a questo “dovere”, sottolineando che un’ampia partecipazione consentirà “al Paese e al regime (politico) della Repubblica Islamica di raggiungere ulteriori guadagni in campo internazionale».

Il capo del Collegio elettorale iraniano ha affermato che i risultati delle elezioni presidenziali saranno annunciati prima di mezzogiorno di sabato se non ci sarà il ri conteggio dei voti e ha annunciato che il numero degli elettori ha raggiunto circa 60 milioni di elettori, e che non sono circa 67 mila i seggi elettorali nelle città e più di settantacinquemila palchi distribuiti in diversi villaggi, gli elicotteri possono essere utilizzati per consegnare palchi in zone e villaggi difficili da raggiungere.

Nelle ultime settimane, l’Iran ha assistito a una campagna senza molto entusiasmo per una data elettorale che arriva alla luce di una crisi economica e sociale causata principalmente dalle sanzioni statunitensi ed esacerbata dalla pandemia del Coronavirus.

Più di 60 milioni di iraniani di età superiore ai 18 anni sono stati invitati ai seggi elettorali che resteranno aperti fino alla mezzanotte. le autorità hanno annunciato che per precauzioni sanitarie e per evitare il sovraffollamento, il periodo di voto potrebbe essere esteso fino alle ore 2 del mattino.

Alcuni sondaggi di opinione condotti in Iran e nei media locali hanno previsto che il tasso di partecipazione sarà circa del 40%.

Le elezioni legislative del febbraio 2020 hanno visto un’astensione record del 57 %, questo è avvenuto dopo che il Consiglio dei Guardiani ha escluso migliaia di candidati, la maggior parte dei quali moderati e riformisti.

Il consiglio ha concesso l’eleggibilità a sette persone per candidarsi alla presidenza, su circa 600 candidati. L’elenco includeva cinque conservatori della linea dura e due riformisti. Ma la gara sarà limitata a quattro concorrenti, dopo che tre hanno annunciato il loro ritiro nella giornata di mercoledì.

In Iran, il presidente ha poteri esecutivi e forma il governo, ma l’ultima parola nelle politiche pubbliche spetta al leader supremo.

Le elezioni coincidono con le discussioni in corso a Vienna tra l’Iran e le parti per l’accordo sul nucleare, con la partecipazione indiretta degli Stati Uniti. I candidati hanno espresso il loro sostegno alla priorità della revoca delle sanzioni e il loro impegno per l’accordo nucleare se questo sarà raggiunto.

Redazione

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