Kabul: “Save Our Children” salvare almeno i bambini

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A Kabul migliaia di persone nella disperazione e nel panico, si sono accalcate sotto il muro di recinzione che circonda l’ aeroporto Hamid Karzai della capitale afghana implorando i soldati americani, britannici e altri di portare via i loro figli per salvarli dalle grinfie dei talebani che ha preso il controllo del Paese.

Da dietro il filo spinato della recinzione dell’aeroporto, ancora gremito di folla da domenica scorsa, alcuni cittadini afgani hanno sollevato un bambino e lo hanno gettato nelle mani di un soldato che lo ha preso da una mano e l’ha consegnato ad un altro soldato.

È interessante notare che dall’ingresso del movimento talebano nella capitale afghana, migliaia di persone che hanno lavorato con le forze armate occidentali negli ultimi vent’anni si sono precipitate all’aeroporto, sperando di ottenere un posto a bordo di uno degli aerei da trasporto militare che , dall’inizio della settimana, ha squarciato i cieli del Paese caduto quasi completamente nell’ombra Il regime talebano, aprendo una nuova pagina nella vita degli afghani, una pagina di cui molti non conoscono i dettagli, sebbene la storia del movimento e i primi indicatori degli ultimi giorni non sono di buon auspicio.

Ad oggi, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, più di 18.000 persone sono state evacuate da Kabul, ma migliaia di afghani  sono ancora bloccati in aeroporto tra i checkpoint predisposti dai combattenti talebani e un recinto di filo spinato posato dall’esercito americano, nella disperata ricerca di salire a bordo di qualsiasi aereo in partenza per sfuggire al dominio del movimento dopo il controllo del Paese.

Altri afghani si sono riversati nelle ambasciate straniere della capitale, tra le voci sulla concessione di visti d’ingresso o addirittura permessi per raggiungere l’aeroporto.

Il Segretario Generale della NATO ha nuovamente esortato i talebani a consentire il passaggio sicuro di tutti i cittadini stranieri e afghani che cercano di lasciare il paese.

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