Nazanin Zaghari – Ratcliffe: continua il calvario dell’attivista per i diritti umani iraniano-britannica, 43 anni. Al suo si unisce quello del marito Richard. Diciassette giorni fa ha iniziato lo sciopero della fame davanti al Foreign Office di Londra. Lo scopo è ovviamente quello di sollecitare il suo governo a fare di più per esigere dalla Repubblica Islamica il rilascio di sua moglie.
Gli attivisti che conoscono l’uomo e i suoi amici riferiscono che ormai vive e dorme per strada. I medici sono preoccupati per le sue condizioni di salute, che stanno peggiorando. Aveva iniziato lo sciopero della fame davanti all’ambasciata iraniana della capitale inglese l’estate scorsa, ma l’aveva interrotto due settimane più tardi.
Come hanno dimostrato diversi altri casi oltre a quello di Nazanin, la doppia cittadinanza (in particolare con in Paese occidentale!) è considerata una sorta di colpa in Iran. La donna, che lavora per la fondazione canadese Thomson-Reuters dedicata ai mass media e all’informazione, è reclusa dal 3 aprile 2016. E’ stata accusata prima di spionaggio e poi di propaganda ostile al regime.
Accuse bizzare, dato che Nazanin era tornata a Teheran soltanto per festeggiare il Capodanno persiano (Nawruz) e per portare la figlioletta Gabriella (che è stata fatta tornare a Londra nel 2019 per iniziare la scuola) a trovare i nonni. Si è sempre dichiarata innocente, ma è stata condannata a cinque anni di reclusione.
Richard Ratcliffe ha protestato nuovamente perché è stato respinto un altro appello di sua moglie e lei deve rimanere in carcere ancora un anno.
A settembre la ministra britannica degli Esteri Liz Truss aveva parlato del caso, definendolo “una spaventosa odissea”. Erano passati 2mila giorni da che era iniziato tutto. La ministra aveva anche incontrato il marito di Nazanin.
Invece ieri, lunedì 8 novembre, ha avuto un colloquio telefonico con il collega iraniano Hossein Amir-Abdollahian. Quest’ultimo ha dichiarato che è stata una “telefonata utile”. Tuttavia ha anche chiesto al Regno Unito di dare al più presto all’Iran un’ingente forma di denaro che gli dovrebbe dagli Anni Settanta. Il conto ammonterebbe a 400 milioni di sterline.
Anche il marito di Nazanin chiede che la questione si risolva. Se risolvesse, lei sarebbe finalmente liberata?