Austria: Kurz dice addio alla politica

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EPA/CLEMENS BILAN

Austria – Sebastian Kurz lascia definitivamente la politica dopo essere stato travolto dall’inchiesta sui sondaggi pilotati a suo favore pagati – almeno in parte – con fondi pubblici.

“Ovviamente ho commesso degli errori. Non sono né un santo né un criminale, ma un essere umano con i miei punti di forza e di debolezza. Dimostrerò l’infondatezza delle accuse sollevate contro la mia persona, anche se dovrò aspettare anni”, ha ribadito il 35enne Kurz annunciando la decisione di lasciare, dopo la cancelleria austriaca, anche la guida dell’Oevp e quella di capogruppo in parlamento.

Le speranze dei popolari sono ora puntate sull’attuale ministro degli Interni Karl Nehammer, in doppia veste di cancelliere e leader di partito, dato che l’attuale leader del governo Schallenberg, indicato proprio da Kurz, ha già annunciato di essere pronto a dimettersi.

Kurz a 24 anni è stato il più giovane sottosegretario della storia austriaca, a 27 il più giovane ministro degli Esteri e ad appena 30 ha assunto la guida dell’Oevp. A 31 è diventato cancelliere e ora, ad appena 35 anni, è probabilmente il più giovane ex capo del governo ed ex politico. Di certo non si dovrà preoccupare di restare senza lavoro. La stampa austriaca ipotizza già un incarico ben remunerato all’estero, ma queste sono solo voci e lui assicura che per il momento vuole dedicarsi anima e corpo alla famiglia e a fare il papà.

Le dimissioni ad ottobre, come aveva annunciato lui stesso, erano state solo un “passo di lato”, e il golden boy sperava ancora in un glorioso ritorno a fine inchiesta. In quest’ottica era stata letta anche la nomina del successore, Alexander Schallenberg, fedelissimo ministro degli Esteri che non si è mai sognato di diventare numero uno dei conservatori austriaci. Ma il passo di lato ora è diventato definitivo.

“Il momento decisivo è stata la nascita di mio figlio” pochi giorni fa, ha spiegato Kurz. In una breve conferenza stampa, anzi una dichiarazione senza domande dei giornalisti, l’ex cancelliere è apparso sorprendentemente umile e ha ripercorso la sua eccezionale carriera, ammettendo di aver preso delle “decisioni sbagliate” e dicendosi stanco dei continui attacchi.

“Ultimamente la fiamma dell’entusiasmo si è affievolita” perché si è dovuto difendere da “accuse e insinuazioni”, a suo dire ingenerose. “A volte mi sono sentito la preda di una vera e propria caccia all’uomo”. Secondo Kurz, il “sostegno, come anche il rifiuto, sono elementi importanti in una democrazia liberale. E ora vado a prendere mia moglie e mio figlio in ospedale”, ha concluso l’ex cancelliere e lasciando così la scena politica.

Il suo addio comporterà un mega rimpasto del governo di popolari e verdi, a partire dal vertice. Secondo la stampa austriaca, l’attuale ministro dell’Interno Nehammer erediterà da Kurz la guida del partito e da Schallenberg quella del governo.

Quest’ultimo è considerato troppo pacato per guidarne il rilancio, e già stasera ha fatto sapere di essere pronto a mettersi da parte “non appena il partito avrà fatto le sue scelte”: “Capo del governo e del partito di maggioranza – ha detto – devono essere la stessa persona”.

Il falco Nehammer, con la sua linea dura sui migranti, è ritenuto molto più idoneo ad evitare un’emorragia di voti verso l’ultradestra. C’è un però: anche Nehammer fa parte del cerchio magico di Kurz e dovrà fare i conti con la vecchia guardia dei conservatori, che non vedono l’ora di azzerare la svolta liberale e giovanilista impressa al partito dall’ex leader. Se dovessero spuntarla loro, in pole viene data la 40enne Karoline Edtstadler, attuale ministra per gli Affari europei: diventerebbe la prima Bundeskanzlerin a Vienna.

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