Maguing: attacchi aerei contro i terroristi della Dawla Islamiyya

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Maguing – Le operazioni militari sono cominciate oggi all’alba. Registrate alcune vittime negli scontri. Sull’isola di Mindanao i movimenti musulmani indipendentisti hanno lasciato spazio alle organizzazioni di ispirazione jihadista.

Artiglieria e mezzi aerei sono in azione dall’alba nelle aree collinari che sovrastano la città di Maguing, nella provincia di Lanao del Sur. L’obiettivo da neutralizzare sono i militanti di Dawla Islamiyya, un gruppo terrorista collegato all’autoproclamato Stato islamico che opera nell’isola meridionale di Mindanao, tentando di imporsi nel sud-est asiatico. Secondo i comandi militari sono una quarantina i membri dell’organizzazione nella zona, dove nonostante la scarsità di popolazione civile gli scontri hanno causato alcune vittime.

Dawla Islamiyya, indebolito dall’uccisione del suo leader Salahuddin Hassan il 29 ottobre scorso, comprende decine di combattenti che si rifanno all’esperienza di Omar Khayam e Abdullah Maute, fondatori del gruppo Maute, salito alla ribalta durante l’occupazione e il successivo assedio da parte delle forze governative della città di Marawi, roccaforte islamica di Mindanao, tra maggio e ottobre 2017.

Dopo sconfitte, scissioni e aggregazioni, i gruppi jihadisti non sono ancora stati debellati nelle Filippine. Mindanao e la catena di isole che arriva fino al confine marittimo con la Malaysia sono controllate anche da Abu Sayyaf, gruppo passato dalla fedeltà ad Al Qaeda a una cooperazione con l’Isis. Altrove altri gruppi – in alcuni casi di minuscola entità – rivendicano la volontà di rifondare il califfato nelle regioni meridionali dell’arcipelago filippino e nelle aree limitrofe di Malaysia e Indonesia.

A Mindanao, che rappresenta un terzo del territorio filippino e ospita un quarto degli oltre cento milioni di abitanti filippini, il ruolo di salvaguardia dall’azione dei gruppi islamisti è affidato al Fronte islamico di liberazione Moro (Moro Islamic Liberation Front, Milf), ex movimento di guerriglia a cui il processo di pacificazione ha affidato il compito di “gendarme”.

La tensione, sebbene minore rispetto al passato, persiste in un’area da decenni interessata da un conflitto che ha provocato almeno 120mila morti. Tuttavia oggi è la spinta jihadista associata alle sue varie forme internazionali a prevalere sulle istanze autonomiste o indipendentiste, che in passato hanno ispirato i movimenti armati musulmani locali.

Asianews

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