Africa: quasi 60 anni di interventi militari francesi

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Soldato maliano e uno francese di guardia
(Fonte: "Arab News/AFP")

La Francia, i cui ultimi soldati della forza anti-jihadista di Barkhane hanno lasciato il Mali lunedì, è intervenuta militarmente quasi 40 volte in Africa negli ultimi 60 anni, in nome della protezione delle popolazioni civili o dell’attuazione di accordi bilaterali di difesa.

Dopo numerosi interventi in solitaria, la Francia è stata, dagli anni 2000, una forza trainante nelle operazioni a fianco delle truppe africane, occidentali e delle Nazioni Unite.

Sahel

Nel gennaio 2013, la Francia ha lanciato l’operazione Serval per fermare l’avanzata di gruppi islamici armati verso il Mali meridionale e sostenere le truppe maliane. Guidando un intervento militare internazionale, Serval permette di scacciare in gran parte i gruppi jihadisti che avevano occupato questa regione nel 2012 dal nord del Mali.

Il 1° agosto 2014 l’operazione anti-jihadista Barkhane, guidata dalla Francia con cinque paesi della striscia sahelo-sahariana (Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad) ha preso il posto di Serval.

L’ex potenza coloniale, che per diversi anni ha dispiegato in quest’area migliaia di soldati – fino a più di 5.000 uomini – è ora non grata in Mali, il che l’ha portata lunedì a ritirare l’ultimo distaccamento dal Paese di Barkhane.

Solo 2.500 soldati francesi rimarranno nella regione per fornire supporto ai paesi dell’Africa occidentale, ma in seconda linea. I francesi manterranno in particolare più di mille uomini e capacità aeree in Niger.

Repubblica Centrafricana

1979: l’operazione paracadutista francese Caban porta alla cacciata dell’imperatore Bokassa.

1996-1997: dopo gli ammutinamenti, l’operazione Almandin garantisce la sicurezza degli stranieri e l’evacuazione di 1.600 persone, poi Parigi interviene contro gli ammutinati a Bangui dopo l’assassinio di due soldati francesi.

2006 e 2007: intervento nel nord-est per sostenere le truppe di Bangui contro i ribelli.

2013: dopo il colpo di stato contro il presidente François Bozizé e dopo il via libera delle Nazioni Unite, Parigi schiera più di mille soldati nella Repubblica Centrafricana nell’ambito dell’Operazione Sangaris, per fermare la violenza tra le comunità. Sangaris, che contava fino a 1.600 uomini, è durato fino al 2016.

Libia

2011: nell’ambito della NATO, intervento militare francese Harmattan al fianco di inglesi e americani per proteggere le popolazioni civili dalle forze del colonnello Muammar Gheddafi. Sono coinvolti fino a 4.200 soldati francesi, 40 aerei, una ventina di elicotteri e 27 navi della Marina francese. Sette mesi di attacchi aerei portano alla caduta del regime.

Costa d’Avorio

2002: la missione francese Licorne, volta a proteggere gli stranieri dopo l’inizio di una ribellione del nord che cercava di rovesciare il regime di Laurent Gbagbo, diventa una forza di reazione rapida a sostegno di un’operazione dell’Onu.

Nel 2011, Parigi ha giocato un ruolo decisivo nell’ascesa al potere di Alassane Ouattara dopo sei mesi di conflitto con il presidente uscente Laurent Gbagbo, che ha rifiutato di riconoscere la sua sconfitta alle elezioni presidenziali di fine 2010.

Nel 2015, dopo dodici anni, Licorne è stata trasformata nelle Forze Francesi in Costa d’Avorio (FFCI), servendo come supporto per le truppe che combattono contro i gruppi jihadisti nel Sahel.

Chad

Il Ciad, con la base francese a N’Djamena, è un hub per le operazioni esterne della Francia in Africa. Dopo un intervento a Tibesti (1968-1972), i soldati francesi in Ciad hanno effettuato in particolare l’operazione Manta (1983-1984) per contrastare un’offensiva degli oppositori sostenuti dalla Libia. Tra il 1986 e il 2014, la Francia ha mantenuto a N’Djamena una forza militare prevalentemente aerea chiamata Epervier. Anche la Francia è volata in aiuto del presidente Idriss Deby in diverse occasioni nel 2006, 2008 o anche più recentemente nel 2019, bombardando i ribelli che minacciavano la capitale. Lo staff francese dell’operazione anti-jihadista che succederà a Barkhane sarà per il momento mantenuto a N’Djamena.


Zaire (ora Repubblica Democratica del Congo)

1978: 600 legionari arrivano a Kolwezi (sud-est) per salvare migliaia di africani ed europei minacciati dai ribelli katangesi (Operazione Bonite).

2003: Operazione Artémis a Ituri (nord-est) per porre fine ai massacri prima del dispiegamento dei Caschi Blu.

Comore

1989: soldati francesi sbarcano dopo l’assassinio del presidente Ahmed Abdallah e la presa di potere del Paese da parte dei mercenari del francese Bob Denard, costretto a lasciare il Paese. Nel 1995, l’operazione Azalée pose fine a un nuovo colpo di stato di Denard.

Ruanda

1990-1993: Parigi invia fino a 600 soldati a nord-ovest dopo un’offensiva del Fronte patriottico ruandese (RPF, attualmente al potere).

1994: ad aprile, 500 paracadutisti evacuano più di mille stranieri dopo la morte del presidente Juvénal Habyarimana e l’inizio del genocidio che, secondo l’Onu, ucciderà circa 800.000 persone, in maggioranza tutsi.

Da giugno ad agosto, controversa operazione militare-umanitaria Turquoise nel sud-ovest del Paese e nei campi profughi dell’est dello Zaire.

Turquoise è in particolare accusata dai sopravvissuti di aver lasciato consapevolmente centinaia di tutsi alla mercé dei genocidi hutu per tre giorni.

Gabon

1964: truppe aviotrasportate sbarcano a Libreville dopo un tentativo di colpo di stato.

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