Macron pro aborto come diritto fondamentale, non cominciamo bene

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centrodestra draghi - calenda

Macron pro aborto come diritto fondamentale, non cominciamo bene – Che l’Europa stia prendendo una piega che l’allontana sempre di più dalle proprie radici culturali giudaico cristiane in nome di una forma di liberismo quasi selvaggio, di un politically correct così accentuato e preoccupato di non creare discriminazioni da ottenere il risultato diametralmente opposto, fino a raggiungere anche comportamenti al limite del paradosso, in molti ce ne eravamo accorti.

Anche di recente esempi ne abbiamo avuti, dall’invito, sostenuto dalla Commissaria europea all’uguaglianza Helena Dalli, ad escludere il termine “Santo Natale” dagli auguri festivi, per essere inclusivi (una sorta di ossimoro), alla Madonna con la barba dell’influencer ambasciatore speciale dell’U.E. per i diritti Lgbt, fino ad arrivare ad ipotizzare una specie di super DDL Zan, che, sempre in nome della non discriminazione, potrebbe portare ad ulteriori compressioni della libertà di pensiero.

Non stupisce, ma sinceramente preoccupa, che Emmanuel Macron, nella presentazione al Parlamento Europeo delle linee programmatiche del proprio semestre di presidenza della UE, dopo aver sottolineato l’importanza di intraprendere azioni «audaci» perché l’Unione Europea si possa affermare come una «potenza nel futuro», abbia sostenuto la necessità di aggiornare la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea per riconoscere in maniera più esplicita il diritto all’aborto e la protezione dell’ambiente.

Il richiamo espresso all’aborto, come diritto fondamentale, fa rimanere sinceramente perplessi, per usare un eufemismo. Non se ne sentiva veramente il bisogno.
Non si tratta di essere credenti o atei, si tratta di capire il valore che si intende dare alla vita, dal concepimento alla morte, insomma della visione antropologica che un Paese ed una istituzione internazionale debbano avere per poter essere considerati veramente credibili nella costruzione di una società che promuova la pace, la libertà, l’uguaglianza, la giustizia e la solidarietà.

Il tema dell’aborto è estremamente delicato e coinvolge a tutto tondo l’essere umano, in primis la creatura, poi la donna che la porta in grembo, ma anche l’uomo che ha dato il proprio fondamentale contributo a concepirla, sulla cui posizione nessuna riflessione appare si faccia.

I diritti del feto appena concepito quali sono? Quando può essere considerato una persona? A mio avviso già al momento stesso del concepimento ci dovremmo trovare di fronte ad un soggetto di diritti (peraltro, ad esempio, il nostro codice civile all’art. 462 conferisce la capacità di ereditare al semplice concepito), molte legislazioni prendono a parametro un periodo che va dalla 10^ alla 12^ settimana, ma mi sembra veramente innegabile che, quanto meno, dal primo battito del cuore ci troviamo di fronte ad una vita compiuta.

Tutto si può discutere, ma, sinceramente, l’inserire il diritto all’aborto nei principi cardine dell’UE, al pari di quello alla protezione dell’ambiente, mi sembra inaccettabile, così come mi sembra contraddittorio da una parte assurgersi a paladini della difesa dell’ambiente e della salvaguardia del creato, e dall’altra promuovere, in una sorta di omologazione generale, un istituto che porta alla soppressione di un essere umano, anche se fosse considerato semplicemente in fieri.

Forse ci dovremmo preoccupare di più della cultura della vita, cercando di porre in essere politiche atte ad evitare la dolorosa scelta di interrompere una gravidanza e se proprio questa dovesse essere inevitabile, si dovrebbe coinvolgere nella stessa anche il futuro padre, in quanto mi sembra che abbia il diritto, quanto meno, di intervenire nel processo decisionale, salvo, ovviamente, il caso di stupro.

Un’Europa civile e custode di valori umani universali dovrebbe anche prendere posizione ed attuare azioni concrete riguardo alla piaga, ancora purtroppo esistente nel mondo, degli aborti selettivi che in alcuni Paesi, soprattutto dell’Asia, costituiscono tutt’oggi un fenomeno diffuso, fenomeno di cui anche nella civilissima Europa esistono ancora sacche. L’aborto selettivo è quella pratica mirata ad interrompere la gravidanza in base al sesso del feto, vengono eliminate le bambine in favore dei maschi. Le femministe progressiste, da sempre pro aborto, si sbracciano tanto, e giustamente, per combattere la violenza sulle donne ed i femminicidi, ma nel mondo lo stragrande numero di femminicidi sono proprio gli aborti selettivi.

Quindi, come la mettiamo?
In un articolo su Avvenire si è richiamata una recente ricerca scientifica in base alla quale si stima che solo in India “dal 2017 al 2030 si verificheranno 6.8 milioni di nascite in meno di quanto ci si aspetterebbe senza pratiche come l’aborto selettivo in base al sesso”.

E noi in Europa ci dovremmo preoccupare di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali
dell’UE?
Fortunatamente è stata eletta, come nuovo presidente del Parlamento Europeo, la maltese Roberta Metsola le cui posizioni contro l’interruzione della gravidanza sono note e nel cui Paese l’aborto è ancora illegale. Confido che ciò potrà costituire un contrappeso per una più ponderata discussione sul tema.
Forse penso male se ipotizzo che la chiara presa di posizione di Macron sull’aborto sia un avvertimento proprio alla Metsola? Lo vedremo nei prossimi mesi.

Antonfrancesco Venturini

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