“Un altro giorno verrà” di Iva Zanicchi

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Un altro giorno verrà iva zanicchi

“Un altro giorno verrà” di Iva Zanicchi – Tre anni fa e di preciso il 13 maggio 2019, intervistavo per la mia prima volta la grande artista Iva Zanicchi e lo facevo per il Secolo d’Italia, ove le chiedevo quali fossero i trucchi, gli elementi, le magie, per emergere, per farsi notare dal grande schermo e lei così mi rispondeva: “Essere bravi, avere talento, sono elementi indispensabili per farsi notare”! E poi ci raccontava di tutti i sacrifici affrontati allo scopo di poter raggiungere il suo sogno di cantante. La sua fede in Dio, le sue origini, le sue amarezze e le sue gioie. Debbo dire che questa donna è una vera vincente, con un carisma che coinvolge subito e con dei valori che la rendono una vera perla di persona. Ha cantato, ha fatto tv, politica e adesso scrive e lo fa bene, anzi benissimo, tant’è che la sua ultima fatica letteraria è tra i primi 10 libri più venduti in Italia.

“Un altro giorno verrà” di Iva Zanicchi

“Un altro giorno verrà” è un romanzo pieno d’amore e di autentici sentimenti; dedicato al suo amato fratello, che il covid le ha portato via. Il racconto che la Zanicchi ci propone, avviato in ospedale e di preciso nel suo ricovero per covid, è una saga di famiglia dove racconta storie di sentimenti e d’amore. Iva Zanicchi ci racconta una storia di famiglia, con intrecci sentimentali e tante emozioni. Ci si narra la vita della famiglia Vezzoli, allevatori del primo Novecento. Una storia avvincente, con tutti i crismi del romanzo che si sposta dai luoghi della transumanza dell’Appennino tosco-emiliano, fino al viaggio del discendente Lorenzo che parte per New York.

“Un altro giorno verrà” di Iva Zanicchi

Il romanzo, edito da Rizzoli, è stato scritto con un inchiostro indelebile che è quello del cuore dell’aquila romagnola, regina del cielo, di quel cielo fatto di verdi campagne e di alte montagne, che hanno caratterizzato la sua genuina infanzia che ha serbato in tutta la sua vita. Le sue radici, la sua salda fede in Dio, il suo attaccamento al territorio, ai valori eterni dell’uomo, il suo desiderio di voler conquistare il futuro, ma senza scorciatoie, con onestà e semplicità. Quella semplicità che le è stata insegnata da sua madre e alla quale lei ha voluto donare nuovamente il suono delle campane della sua chiesetta di campagna, restaurando e rimettendo in piedi, a proprie spese, il campanile che era crollato a causa di un terremoto. Campane che suonano a festa e che richiamano a ricordi, valori, esperienze, sogni, emozioni, campane che le hanno portato tanta fortuna e che ancora suoneranno a festa per i tanti trionfi che questa mecenate d’umanità merita ancora di raggiungere.

Di Salvatore Bucolo

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