L’assenza della percezione del male. Ragazze molestate sul treno da Gardaland!

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L’assenza della percezione del male. Ragazze molestate sul treno da Gardaland!  – Ci toccavano ovunque, ci deridevano, insultavano, spingevano. Eravamo ammassate, una addosso all’altra, senza la possibilità di poterci muovere. Erano una trentina
ed alcune di noi sono pure svenute. Un vero branco di bestie. “Eravamo circondate. Il caldo ci asfissiava, alcune di noi sono svenute. Cercavamo un controllore senza trovarlo, ci palpeggiavano il sedere e altre parti del corpo. E ridevano di noi”.

Dopo le violenze della notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano, molti adolescenti assenti di regole e di empatia continuano a manifestare la loro ferocia. Quando si parla di ragazzini, preadolescenti e adolescenti non si può fare a meno di pensare alla grande Istituzione SCUOLA. Una scuola che negli ultimi decenni ha difficoltà ad imporre le regole. Spesso girano sui social alcuni
video di studenti bianchi e specifico bianchi che tirano sedie sugli insegnanti, che li prendono in giro, ecc… Mi chiedo e vi chiedo come mai possa accadere ciò e purtroppo sono obbligato come educatore, pedagogista, docente e studioso di pedagogia sociale a dover ammettere che l’invadente presenza di alcune mamme all’interno dell’Istituzione scolastica potrebbe essere una delle cause di queste frequenti manifestazioni di violenza nei riguardi di loro coetanei e di bullismo e cyberbullismo. Madri che denigrano gli insegnanti e spesso in presenza dei loro figli.

È un problema sempre più comune, per gli insegnanti, quello del corretto approccio ad un dialogo costruttivo e collaborativo con i genitori dei propri alunni già fin dall’asilo nido e scuola dell’infanzia. Spesso, purtroppo, la difficoltà maggiore sta in questo, più che nella gestione dei bambini. Il ruolo degli insegnanti, ultimamente, viene spesso sminuito dai genitori, messo in discussione, guardato con critica, si assiste a scene di padri o madri che denigrano gli insegnanti. Come si può ristabilire un sano ed equilibrato rapporto di fiducia con le mamme ed i papà degli allievi? Tendenzialmente, soprattutto le mamme, sono, a ragione, convinte di essere quelle che più sanno cos’è bene per il proprio bambino.

È piuttosto comprensibile che, quando un’insegnante critica il loro figlio o fanno presente una qualunque difficoltà o limite, se ne risentano, proiettando su se stesse la critica stessa. È sempre più difficile far capire a queste mamme che, per molte ore al giorno, i loro bimbi sono affidati ad una figura estranea (un professionista laureato e specializzato con competenze psicopedagogiche), che si prenderà cura di loro ed alla quale dovranno fare riferimento per qualsiasi cosa. È, pertanto, di fondamentale importanza, per il bambino, sentirsi affidato ad una persona che riscuota la stima e l’approvazione dei genitori. Un clima di astio, fastidio o, peggio ancora, disapprovazione nei confronti dell’insegnante, arreca danni principalmente al bimbo che si sentirà messo nelle mani di una persona che alla sua mamma non piace.

Di conseguenza, potrebbero insorgere in lui paure, incertezze, destabilizzazioni che influiscono negativamente sulle sue giornate scolastiche e, di conseguenza, su tutta la qualità della sua vita. Leggo spesso di mamme che inveiscono contro l’insegnante davanti ai loro bambini. È una situazione, purtroppo, sempre più comune. Nel momento in cui l’insegnante fa un’osservazione, magari al momento dell’uscita o dell’entrata in scuola, la mamma reagisce in modo polemico, aggressivo o poco educato, davanti al bambino.

Questo è un atteggiamento di grave impatto sul bimbo che, da quel momento, potrebbe iniziare a porsi domande sulla figura dell’insegnante ed a perderne stima e fiducia. È naturale che, affettivamente parlando, il parere della mamma, per un bimbo, sia più importante di quello di altre persone: vedere che la sua mamma si arrabbia con la maestra, automaticamente, pone
l’insegnante in un ruolo antagonistico rispetto a sua madre e, quindi, potrebbe iniziare a vederla come una figura nemica e negativa. Il danno di un atteggiamento del genere, purtroppo, lo paga proprio il bambino, che potrebbe sentirsi a disagio nelle sue giornate scolastiche e iniziare a manifestare nei riguardi dei docenti mancanza di rispetto e di regole e
stimolare anche i compagni ad emulare i suoi atteggiamenti di ostilità. Cosa fare? Avviare un sano dialogo con le famiglie e con il Dirigente Scolastico, che purtroppo, a differenza del vecchio Preside, è più preoccupato al numero degli utenti nella propria scuola e non alla qualità di quest’ultima e dei principi educativi. Bisogna saper dire di no! La vita boccia, la vita rimprovera, la vita piega, la vita può presentarci fallimenti, dinieghi e noi educatori (genitori, docenti, dirigenti scolastici, ecc…) non possiamo dire sempre di sì e girarci dall’altra parte e far finta di nulla. Non possiamo passare dall’eccesso del vecchio maestro che dava sberle al nuovo che non può neppure respirare perché le mamme, invece di dire: “il maestro ti ha rimproverato? Cosa hai fatto? Ti sei comportato male? Non ti vergogni? Non farlo più!”. E invece partono in quarta e aggrediscono i docenti, trasformando la loro prole
nei mostri di cui precedentemente. Rivalutiamo la figura dei docenti (oggi malpagati) e diciamo con forza alla politica che i docenti sono coloro che hanno una grande responsabilità e cioè formare la nuova società!

Di Salvatore Bucolo

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