/

Draghi: il patto è rotto

5 mins read
draghi - senato

Dal discorso del Premier alle opinioni dei singoli, l’instabilità politica italiana non sembra sanabile con una nuova maggioranza. L’eterogeneità dei contributi non fa pensare ad un nuovo “patto possibile” ma, mai come ora, è possibile capire concretamente cosa accadrà…

“Il voto di giovedì scorso ha certificato la fine del patto di fiducia che ha tenuto insieme questa maggioranza”. Parole lapidarie quelle al centro del discorso odierno di Mario Draghi che ha fotografato con grande lucidità la situazione richiamando l’attenzione del Senato ad un’unica strada: “ricostruire da capo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità. A chiederlo sono soprattutto gli italiani”.
All’orizzonte c’è il voto, pare chiaro, nessun’altra strada sembra percorribile. “Non votare la fiducia a un Governo di cui si fa parte è un gesto politico chiaro – ha aggiunto Draghi – che ha un significato evidente. Non è possibile ignorarlo, perché equivarrebbe a ignorare il Parlamento. Non è possibile contenerlo, perché vorrebbe dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo, perché viene dopo mesi di strappi ed ultimatum”.
L’unità, quella stessa che aveva portato ad affrontare con compattezza due emergenze moderne come la pandemia e l’emergenza ucraina, ora non c’è più e Draghi lo ha ribadito, oggi, senza mezzi termini, a sottolineare uno scollamento che è stato, di fatto, graduale ma inesorabile: “Con il passare dei mesi, a questa domanda di coesione che arrivava dai cittadini le forze politiche hanno opposto un crescente desiderio di distinguo e divisione. Le riforme del Consiglio Superiore della Magistratura, del catasto, delle concessioni balneari hanno mostrato un progressivo sfarinamento della maggioranza sull’agenda di modernizzazione del Paese. In politica estera, abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno del Governo verso l’Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del Presidente Putin”.
Intanto, Matteo Renzi al Tg1, ha chiarito la sua posizione: “Voterò la fiducia a Draghi”, le sue parole, salvo poi rivolgere un pizzicotto a Salvini e Conte. “Bisognerà vedere cosa faranno. Per me è 1 X 2”. “Non abbiamo a che fare con persone lineari e razionali – ha aggiunto nelle sue considerazioni –, spesso fanno cose senza senso specialmente in questo periodo, ricordiamo il Papeete”.
La Lega non risponde, al momento, rimandando ogni considerazione ad una condivisione con tutto il Centrodestra. “Draghi arriva in Parlamento e di fatto chiede pieni poteri, sostenendo che glielo hanno chiesto gli italiani – ha replicato a colpi di Tweet Giorgia Meloni al termine del discorso di Draghi –. Ma in una democrazia la volontà popolare si esprime solo con il voto, non sulle piattaforme grilline o con gli appelli del Pd”. “Sono le autocrazie che rivendicano di rappresentare il popolo senza bisogno di far votare i cittadini, non le democrazie occidentali”, ha aggiunto la Meloni ribadendo che “Fratelli d’Italia non intende assecondare questa pericolosa deriva”. “Decidano gli italiani del proprio futuro, non questo Parlamento delegittimato e impaurito. Elezioni subito”, ha concluso.
La crisi di Governo c’è, inutile negarlo, e, dopo 11 anni senza voto, dopo l’ennesimo scricchiolio sarebbe quasi “normale”, per non dire “naturale”, restituire la parola agli italiani. Ma gli equilibri sono ancora precari così come ogni visione sulla situazione politica complessiva. Il quadro è vario e la visione miope.
L’unica certezza/necessità pare quella di arrivare a stretto giro ad una soluzione, ad una strada da percorrere. Mettere d’accordo tutti sembra difficile, così come pensare di gettare le basi di una nuova maggioranza, compatta e duratura.

Di Marco Ottaviani

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Latest from Blog