Biciclette elettriche pieghevoli: la start-up Eovolt raccoglie 16 milioni di euro

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bicicletta elettrica
Foto: @eovolt su Instagram

Biciclette elettriche pieghevoli: la start-up Eovolt raccoglie 16 milioni di euro – La start-up lionese Eovolt, produttore di biciclette elettriche pieghevoli, ha annunciato lunedì di aver raccolto 16 milioni di euro da due investitori francesi, per triplicare la sua produzione entro il 2025 in un mercato in forte espansione.

L’azienda, creata nel 2017, ha venduto 5.000 biciclette in Francia nel 2022, dove genera la metà delle sue vendite. Con sede a Genas (Rodano), dove vengono assemblate le bici, punta a realizzare un fatturato di 18 milioni di euro e ad avere tra i 45 ei 50 dipendenti (contro una trentina di oggi) entro fine anno. Il leader non ha voluto indicare il fatturato per il 2021.

Con i suoi tre modelli, la cui autonomia può raggiungere i 100 chilometri, e un prezzo di partenza di 1.699 euro, si posiziona nella fascia media rispetto ai suoi principali concorrenti, il francese Decathlon e il produttore inglese Brompton.

Questo mercato di nicchia, che secondo l’Osservatorio del ciclo rappresenta il 4% della flotta francese di biciclette elettriche assistite, si rivolge a una clientela prevalentemente urbana che cerca di cambiare le proprie abitudini di trasporto per raggiungere il proprio posto di lavoro.

“Veniamo ad eliminare tutte le barriere e i ‘carichi mentali’ legati all’adozione di un mezzo di trasporto più pulito rispetto all’auto”, afferma Fullen, elencando le difficoltà nel trovare un posto dove attaccare la propria bicicletta ma anche la paura di furto, “l’ostacolo principale all’acquisto di una bici elettrica”.

La batteria delle bici Eovolt, che pesano tra i 16 ei 23,5 chili, è infatti alloggiata all’interno del reggisella, a sua volta protetto da un lucchetto.

Secondo il Cycle Observatory, il mercato delle biciclette elettriche pieghevoli ha registrato una forte crescita dalla fine delle restrizioni sanitarie legate alla pandemia: il loro numero è aumentato del 95% in Francia nel 2020 e del 21% l’anno successivo.

Tratto da Arabnews

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