Sudan, accordo tra governo e ribelli

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La Dichiarazione dei principi, sottoscritta domenica scorsa tra governo e i leader del Movimento di Liberazione del popolo del Sudan del Nord (SPLM-N), guidato da Abdel Aziz Al-Hilu, nella capitale del Sud Sudan, Giuba, ha posto in evidenza le priorità delle due parti, ossia l’istituzione di uno Stato democratico e laico con libertà di religione.

Il portavoce della delegazione negoziale dell’SPLM-N, Koko Muhammad Jaqdoul, ha dichiarato: “La separazione della religione dallo Stato è essenziale per il movimento ed è necessaria per raggiungere la pace”, indicando che l’accordo tratta questioni importanti come il rapporto della religione con lo Stato, l’identità e le questioni di governance.

In un’intervista ad Al-Sudani, Jaqdoul ha affermato che la Dichiarazione di principi garantisce la sopravvivenza dell’SPLM-N fino a quando la separazione tra religione e Stato non sarà inclusa nella costituzione. Secondo il documento, dunque, alcuna religione non sarà imposta e lo Stato non adotterà alcuna religione ufficiale, restando così imparziale in termini di questioni religiose e di fede e coscienza.

I ribelli del Movimento di Liberazione del popolo del Sudan del Nord chiedevano da tempo uno Stato laico, lo scioglimento delle milizie dell’ex presidente Omar al-Bashir e il rinnovamento delle forze armate del Paese. A tal proposito le due parti hanno concordato di formare un unico esercito nazionale, prevedendo la completa integrazione del gruppo ribelle nell’esercito sudanese alla fine del periodo di transizione.

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