Il ritorno al passato del popolo afgano

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massimo papa intervista

I talebani hanno dichiarato finita la guerra in Afghanistan dopo aver preso il controllo del palazzo presidenziale a Kabul, mentre le nazioni occidentali si sono affrettate per far evacuare i propri concittadini in mezzo al caos dell’aeroporto, e il popolo afgano cercava una via di fuga. Almeno cinque persone sono state uccise all’aeroporto di Kabul, mentre centinaia di persone hanno cercato di entrare con la forza sugli aerei in partenza dalla capitale afgana. Un testimone ha detto di aver visto i corpi di cinque persone portati su un veicolo. Un altro testimone ha detto che non è chiaro se le vittime siano state uccise da colpi di pistola o in una fuga precipitosa. Sta di fatto, e ci sono delle tristi immagini a testimonianza, che alcune persone sono morte nel disperato tentativo di scampare a un’esistenza misera, di cui i talebani sarebbero i fautori. A costo della vita.

Il presidente Ashraf Ghani è fuggito dal paese domenica, quando i militanti islamisti sono entrati nella capitale praticamente senza opposizione alcuna, con la scusa di voler evitare spargimenti di sangue.

“Oggi è un grande giorno per il popolo afghano e i mujaheddin. Sono stati testimoni dei frutti dei loro sforzi e dei loro sacrifici per 20 anni”, ha detto ad Al Jazeera TV Mohammad Naeem, portavoce dell’ufficio politico dei talebani. “Grazie a Dio, nel Paese la guerra è finita”. I talebani hanno impiegato poco più di una settimana per prendere il controllo dell’Afghanistan, dopo che, come un fulmine a ciel sereno, le forze governative, addestrate per anni ed equipaggiate dagli Stati Uniti e da altri paesi, al costo di miliardi di dollari, si sono dissolte. Naeem ha affermato che la forma del nuovo regime in Afghanistan sarà presto chiarita, aggiungendo che i talebani non vogliono vivere in isolamento e che tenteranno di stringere relazioni internazionali pacifiche. Cosa che si sono affrettati a fare, non sarà un caso, con la Cina. “Abbiamo raggiunto ciò che stavamo cercando, che è la libertà del nostro Paese e l’indipendenza del nostro popolo”, ha detto. “Non permetteremo a nessuno di usare le nostre terre né vogliamo danneggiare gli altri”.

Un leader talebano ha detto a Reuters che gli insorti si stavano riorganizzando in diverse province e aspettavano che le forze straniere se ne andassero prima di creare una nuova struttura di governo. Il leader, che ha chiesto l’anonimato, ha affermato che ai combattenti talebani è stato “ordinato di consentire agli afgani di riprendere le attività quotidiane e di non fare nulla per spaventarli”. “La vita continuerà in un modo molto migliore, questo è tutto ciò che posso dire per ora”, ha detto a Reuters in un messaggio.

I militanti hanno cercato di proiettare un volto più moderato, promettendo di rispettare i diritti delle donne e proteggere sia gli stranieri che gli afgani. Gli afgani non si fidano e temono che i talebani torneranno alle dure pratiche del passato nell’imporre la legge religiosa della sharia. Durante il loro governo 1996-2001, le donne non potevano lavorare e venivano loro inflitte punizioni come la lapidazione, le frustate e le impiccagioni.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha esortato tutte le parti a esercitare la massima moderazione e ha espresso particolare preoccupazione per il futuro delle donne e delle ragazze. Difficile da credere, solo il tempo ci dirà.

Di Laila Maher

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