La presa del potere dei Talebani in Afghanistan spaventa anche in Indonesia, fa presente “Asia News”. Lo ha detto sabato 21 agosto Said Aqil Siroj (foto), presidente del Nahdlatul Ulama (Nu), la principale associazione musulmana “moderata” del più grande (popoloso) Paese islamico del mondo. Per Siroj, ciò che è successo potrebbe “dar vita a una nuova ondata di radicalismo in Indonesia”, dando “carica morale” agli estremisti locali.
La Nu è da tempo impegnata nel dialogo interreligioso anche con i cristiani e si oppone fermamente all’integralismo religioso, “sostenendo il pluralismo e l’unità nella diversità”. Siroj sottolinea il pericolo che i fanatici islamici in Indonesia potrebbero pensare che sia stato Allah ad aiutare i Talebani afghani a prendere il potere.
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Perciò il leader islamico ha chiesto al governo, all’esercito e alla polizia di fare attenzione per tutelare l’Indonesia, che martedì 17 agosto ha celebrato il 76° anniversario dell’indipendenza dai Paesi Bassi. “Le forze armate e la polizia” sono i primi a dover “difendere l’unità nazionale”, sottolinea Siroj, aggiungendo che “Chiunque muoia a difesa della nazione – aggiunge – sarà considerato un guerriero santo”, un martire.
“Puoi studiare in Arabia Saudita – dice ancora il presidente della Nur, che ha studiato a La Mecca – ma non per questo devi importare tradizioni e cultura araba (in termini di vestiario e abitudini). Puoi importare tecnologia da Occidente ed Estremo oriente (Giappone, Corea e Australia) ma non per questo devi far proprie le loro abitudini e stili di vita”.
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Anche Jakarta è interessa dalle procedure di evacuazione dei propri cittadini dall’Afghanistan. Inoltre ha salvato 5 filippini su richiesta di Manila e due afghani i cui coniugi sono indonesiani.
Dopo due ore sulla pista, l’aeroporto è potuto partire. Per sicurezza nelle operazioni è stata coinvolta anche Islamabad, in Pakistan.
Alessandra Boga